Altri lettori rispondono alla giovane laureata

Ancora altri lettori scrivono alla giovane laureata che non trova alcun lavoro ad eccezione di quello come cameriera in un ristorante di lusso. E c'è chi commenta anche la risposta di Paolo A. Leggi le nuove lettere sull'argomento giovani e lavoro.

Ancora altri lettori scrivono alla giovane laureata che non trova alcun lavoro ad eccezione di quello come cameriera in un ristorante di lusso. E c'è chi commenta anche la risposta di Paolo A. Leggi le nuove lettere sull'argomento giovani e lavoro.

«Buongiorno, scrivo in relazione alla lettera della ragazza laureata che fa la cameriera. Io sono nella sua stessa situazione, sono laureata con 110 e lode e faccio la cassiera in una pizzeria (in nero e due giorni a settimana) da ormai 4 anni, con la differenza che ho 33 anni!! La risposta del signor Paolo mi ha abbastanza irritato perchè io di grinta e tenacia ne ho avuta tanta, ho aperto un'attività dove ho messo tutta la passione possibile e ho fatto tanti sacrifici per portarla avanti, ma alla fine mi sono dovuta arrendere e ho dovuto chiudere. I miei genitori non mi hanno pagato l'università , tra l'altro privata, perchè con il mio impegno ho sempre vinto delle borse di studio. Da anni mando curricula per ogni tipo di lavoro e durante gli anni dell'università ho lavorato come operaia cablatrice, cameriera, barista, commessa.... Ho fatto tutto quello che era nelle mie possibilità per assicurarmi un'indipendenza economica e un futuro, ma spesso e volentieri, la costanza e la voglia non bastano, sia chiaro!
Non ho aspettato che le cose cadessero dal cielo, mi sono data da fare, eppure a 33 anni sono ancora qui! Mando tutta la mia solidarietà a questa ragazza e le consiglio di non aspettare e pazientare come ho fatto io, è ancora in tempo per andarsene dall'Italia e trovare qualcuno che le dia fiducia in un paese dove essere laureati non è discriminante! Cordiali saluti Tania»

«Buongiorno sono Maurizio di Bergamo. Vorrei rispondere alla signorina laureata: il sottoscritto di anni ne ha 53, è precario con contratto a termine ai primi di ottobre, con figlio e moglie a carico. Per fortuna il mutuo è già stato pagato, ho fatto le serali perchè dovevo lavorare per aiutare la famiglia (genitori) e mi sono solo diplomato perchè studiare Economia e Commercio e lavorare mi sarebbe costato moltissimo. Per poter dare la Maturità il mio capoufficio si è rifiutato di darmi le ferie per studiare: ho dato le dimissioni perchè era meglio perdere un posto di lavoro ma diplomarmi che essere bocciato alla Maturità e rifare ancora un'anno ma l'ad della società le ha rifiutate concedendomi per l'ultima settimana mezza giornata di ferie, così il sottoscritto si alzava alle 5 per studiare fino alle 12, pranzava ed andava al lavoro fino alle 19 perchè nessuno faceva il mio arretrato. Devo centellinare ogni spesa, mia moglie ha dato le dimissioni quando il bambino ha iniziato la scuola primaria perchè l'azienda non voleva dare il parttime e trovare una baby-sitter a cui dare fiducia era molto difficile oltre che costoso. Oggi il bimbo è stato promosso in quinta e di lavoro mia moglie non ne trova ed io a ottobre ho il contratto in scadenza. La mia professionalità oggi, come tanti nelle mie stesse condizioni, non vale niente eppure le aziende spesso si lamentano dei giovani lavoratori che pensano allo stipendio, alla macchina e alla moto nuova. Vorrei dire alla signorina che se trova così difficile un posto di lavoro a Bergamo tenti altrove: o in altre province oppure all'estero e sarà più fortunata. Mio figlio, quando avrà la sua età, avrà un'unica certezza: il non lavoro o l'emigrante per avere un'opportunità lavorativa. Cordiali saluti».

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