I laureati: «Manca il lavoro?
Allora noi ce lo inventiamo»

Il mercato del lavoro offre poche opportunità occupazionali ai giovani? E i giovani non stanno a guardare, anzi. Alcuni di loro hanno deciso letteralmente di inventarsi dal nulla una professione. Scrutando con attenzione i bisogni dei territori in cui vivono.

Il mercato del lavoro offre poche opportunità occupazionali ai giovani? E i giovani non stanno a guardare, anzi. Alcuni di loro hanno deciso letteralmente di inventarsi dal nulla una professione. Per dirla tutta neppure troppo dal nulla ma scrutando con attenzione i bisogni dei territori in cui vivono e cercando di trovare una risposta in cui spendere le competenze raggiunte dopo anni di studio.

Per il momento si tratta solo di una tendenza ma accompagnarla e sostenerla potrebbe essere compito degli adulti, dalle istituzioni alla famiglia: lo fa notare Ivo Lizzola, preside della facoltà di Scienze della formazione dell'Università degli studi di Bergamo, ma soprattutto educatore da una vita e appassionato osservatore dei suoi giovani studenti.

Molti ritornano a trovarlo dopo che hanno conseguito il diploma di laurea e alcuni di loro, in maniera sempre più ricorrente, raccontano di essere diventati dei veri e propri imprenditori di se stessi e dei loro territori.

«Sono in contatto con molti giovani laureati della mia facoltà che tornano a farmi visita per rendermi partecipi delle loro esperienze e io li incontro sempre molto volentieri perché mi aiutano a comprendere cosa avviene nella vita quotidiana» riflette. «Una giovane di Vimercate – racconta per esempio – si è resa conto che mancavano dei servizi sul suo territorio per neomamme che avevano avuto gravidanze complicate. Si è unita a un giovane pediatra e un'assistente sociale e hanno dato vita a un servizio specifico».

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