Lombardia, meno morti sulle strade
Negli ultimi cinque anni -28%

In Lombardia si muore di meno sulle strade. Nelle 4 Province della Lombardia orientale - Bergamo, Brescia, Cremona e Mantova - si rileva una diminuzione dei principali indicatori di sicurezza: numero di incidenti, morti e feriti nel corso degli ultimi cinque anni.

In Lombardia si muore di meno sulle strade. Nelle quattro Province della Lombardia orientale, ovvero Bergamo, Brescia, Cremona e Mantova, si rileva una generale tendenza alla diminuzione dei principali indicatori di sicurezza: numero di incidenti stradali, morti e feriti nel corso degli ultimi cinque anni con un trend di riduzione costante nonostante l'incremento della motorizzazione.

É il risultato dell'analisi diffusa da ALOT, Agenzia della Lombardia Orientale per i trasporti e la logistica, nell'ambito del progetto europeo SOL Save our lives che ha l'obiettivo di promuovere una mobilità sostenibile, aumentare la consapevolezza sui problemi della sicurezza stradale e contribuire al raggiungimento di una maggiore qualità delle condizioni di vita. Nell'ultimo quinquennio il numero di morti nelle province di Brescia, Bergamo, Cremona e Mantova, è sceso del 28 per cento e si attesta nell'ordine di 254 vittime all'anno.

La riduzione del numero dei feriti è pari al 12 per cento mentre quella degli incidenti nelle quattro province considerate è del 10 per cento. Scendendo nei dettagli dello studio, il dato sugli incidenti stradali a Brescia è diminuito, negli ultimi cinque anni, da 4213 a 3472, con conseguente calo anche del numero dei morti (sceso da 139 a 110). Di questi, in media il 54 per cento è concentrato sulle strade extra-urbane, mentre il restante 46 per cento in ambito urbano.

Se nel capoluogo bresciano il trend è stato costante, non si può dire lo stesso per Mantova in cui, nonostante un andamento oscillante, si è assistito comunque a un importante decremento: negli ultimi cinque anni. Nella città di Virgilio gli incidenti stradali sono passati da 1474 a 1396 all'anno e il numero delle vittime da 67 a 47. Anche a livello macro-regionale la tendenza è la stessa: considerando gli ultimi cinque anni, in Lombardia si è passati da una media di 6,5 incidenti ogni mille veicoli circolanti a quella odierna pari a 5,4, comunque superiore alla media nazionale che si attesta a 4,5 ma in linea con la media del Centro-Nord: 5.1.

Risulta inoltre praticamente dimezzato il tasso di mortalità da incidenti in regione, se si considera un periodo più ampio, ovvero quello che inizia nel 2000: allora le vittime da incidenti stradali erano 119,5 per un milione di abitanti e, dieci anni dopo, tale numero è sceso fino a 61,6. A livello nazionale, si evince che gli incidenti mortali avvengono per la maggior parte dei casi sulle strade urbane ed extraurbane (45 e 47 per cento rispettivamente) e per l'8 per cento sulle autostrade.

La sicurezza dei motociclisti è un fenomeno molto allarmante in Italia, tanto che la percentuale di incidenti che li riguardano, pari al 26,6 per cento, risulta essere tra le più elevata in Europa. La parte del leone nella casistica di incidenti mortali in Italia spetta comunque alle auto con il 51,8 per cento, cui seguono appunto i sinistri che vedono coinvolti i motocliclisti e, con una percentuale pressochè uguale (7,2 e 7,1 per cento), i ciclomotori e le biciclette.

Negli ultimi anni in Italia si è assistito a una riduzione del numero di incidenti stradali e della mortalità anche nell'ambito dei trasporti pesanti: dal 2008 ad oggi, per esempio, si riscontra una diminuzione soprattutto nel numero dei morti, in calo del 12,7 per cento, e una diminuzione consistente del numero dei feriti (meno 6,7 per cento) e degli incidenti (meno 7,9 per cento).

I tir, in particolare, sono coinvolti nel 5,9 per cento degli incidenti complessivi, con il 6 per cento delle vittime e il 3,4 per cento dei feriti rispetto al dato totale. Il settore degli autocarri, per i mezzi superiori alle 3,5 tonnellate, nell'ultimo anno ha fatto registrare una frequenza sinistri dell'11,5 per cento, mentre nel 2008 era stata del 12,9 per cento.

La frequenza di casi che ha visto coinvolti i veicoli inferiori alle 3,5 tonnellate è scesa dall'8,3 al 7,6 per cento. Secondo la Fondazione ANIA per la Sicurezza Stradale il problema principale sono i mezzi pesanti che macinano quotidianamente molti chilometri. Da una stima ANIA, su un campione dell'87 per cento circa del mercato assicurativo, risultano oltre 220 mila veicoli per il trasporto merci conto terzi, per i quali si è registrato un valore della frequenza dei sinistri causati del 39,6 per cento. Ciò significa che su cento autocarri assicurati, circa 40 sono stati coinvolti in un incidente stradale con responsabilità del conducente, un numero molto elevato.

Nonostante i progressi compiuti, la situazione continua ad essere estremamente allarmante visto che ad oggi si contano annualmente ancora circa 31 mila vittime sulle strade dell'Unione Europea, delle quali circa 4 mila solo in Italia.

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