Malati di gioco d'azzardo:
quadruplicati in cinque anni

Sei anni fa, nel 2005, i soggetti trattati dai Sert della nostra provincia per gioco d'azzardo patologico erano 28. Nel 2009 sono stati 94, lo scorso anno eravamo a 121, con un turnover, un ricambio, di 67 nuovi utenti rispetto al 2009. Più che quadruplicati in cinque anni

Oltre i numeri, le persone. Domenica abbiamo riportato il volume d'affari del gioco d'azzardo nella Bergamasca, qualcosa come un miliardo e 235.965.000 euro. E accennavamo al fatto che dietro ai lustrini delle vincite, all'infinità dei caffè-più-gratta-e-vinci c'è però anche un lato B. Fatto di rischi e dipendenza, la dipendenza da gioco.

E ce l'abbiamo in casa, non occorre andare a Las Vegas per trovare quelli che i medici chiamano «ludopatici». Quanti sono? Difficile dirlo, si tratta tutto sommato di un mondo ancora nascosto. Due cifre, però, siamo riusciti a trovarle. Si riferiscono a quanti hanno sfondato il muro delle remore e si sono rivolti al Sert. Sì, quello dei tossicodipendenti, anche.

Sei anni fa, nel 2005, i soggetti trattati dai Sert della provincia di Bergamo per gioco d'azzardo patologico erano 28. Nel 2009 sono stati 94, lo scorso anno eravamo a 121, 82 uomini e 39 donne, con un turnover, un ricambio, di 67 nuovi utenti rispetto al 2009. Più che quadruplicati in cinque anni.

La maggior parte di questi 121 uomini e donne che con slot, poker e scommesse non riescono a staccare la spina hanno tra i 40 e i 44 anni (20), una buona percentuale è tra i 50 e i 54, otto superano i 65 e, sorpresa ma non troppo, quattro hanno meno di 25 anni e uno è teenager.

L'identikit del giocatore patologico assume i contorni di un uomo e una donna come tutti noi: sposato con figli (o a casa con i genitori, per i giovanissimi), dimora stabile, bergamaschissimo (116 sono di nazionalità italiana, solo tre extra Unione europea, uno europea e uno di nazionalità non nota). «Non si tenta la fortuna per disperazione, si diventa disperati perché si gioca».

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