Malore in vacanza a Trieste
È morto l'avvocato Pellegrini

Mentre si trovava a Trieste in vacanza è stato colpito da un malore improvviso: è morto così l'avvocato Giacomo Pellegrini, 57 anni. Abitava e svolgeva la sua attività a Bergamo, nello studio di via Petrarca.

Mentre si trovava a Trieste in vacanza è stato colpito da un malore improvviso: è morto così, nella notte fra lunedì e martedì scorso, l'avvocato bergamasco Giacomo Pellegrini, 57 anni. Abitava e svolgeva la sua attività a Bergamo, nello studio di via Petrarca che condivideva con la moglie, l'avvocato Elisabetta Hoenig. Pellegrini trascorreva spesso il suo tempo libero a Trieste, dove la figlia Carlotta, 21 anni, si è stabilita per gli studi universitari. Era passata la mezzanotte quando l'avvocato stava portando a spasso i cani (due bassotti a cui era molto affezionato) nei pressi dell'abitazione: all'improvviso si è accasciato, colpito da infarto. Due passanti lo hanno soccorso e hanno chiamato il 118, ma non c'è stato nulla da fare.

Originario di Clusone, Giacomo Pellegrini era figlio di Giuseppe, avvocato e per oltre vent'anni sindaco della cittadina seriana. Suo nonno, Giacomo, da cui «ereditò» il nome, fu un importante notaio, liquidatore nella vicenda del disastro della diga del Gleno e curatore dell'atto con il quale fu costituita una delle più importanti banche cittadine. Giacomo Pellegrini era dunque figlio d'arte. Laureato in Giurisprudenza, svolgeva la professione di avvocato prevalentemente in ambito civile. Ma i suoi molteplici interessi in campo artistico, musicale e sportivo lo avevano reso noto in modo particolare per la sua personalità poliedrica. Amava l'arte figurativa: ideò e curò per 10 anni, fra l'altro, il concorso internazionale di pittura che si tiene all'hotel «La Fenice et des artistes» a Venezia e fu anche ideatore della mostra-concorso «Arte e impresa» con il Lions Bergamo Host, di cui è stato socio per anni. Era appassionato di musica, suonava il sassofono e faceva parte del Jazz Club di Bergamo, oltre che essere sostenitore fin dagli albori del festival jazz clusonese. Amava e praticava sci, vela e golf. Da quasi trent'anni era socio dello Yacht club Adriaco, storico e blasonato circolo nautico di Trieste. «Era un uomo di idee liberali – lo ricordano la moglie Spatzi e la figlia Carlotta –; benché credente rispettoso di ogni convinzione religiosa, purché suffragata da buona fede. Credeva fermamente nella dignità dell'essere umano. Sempre pieno di progetti da realizzare, era l'immagine della forza vitale, la sua gioia di vivere era contagiosa e il valore più grande era la fedeltà nell'amicizia».

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