Caro libri, appello di Confesercenti
«Non sparate sui piccoli operatori»

«Non sparate su librerie e cartolibrerie». L'appello arriva dalla Confesercenti di Bergamo che interviene sul tema del caro-libri scolastici. «Come sempre - scrive - si punta il dito sulle piccole attività, ma i veri colpevoli sono altri».

«Non sparate su librerie e cartolibrerie». L'appello arriva dalla Confesercenti di Bergamo che interviene sul tema del caro-libri scolastici. «Come sempre - scrive Confesercenti - si punta il dito sulle piccole attività, ma i veri colpevoli sono altri».

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«Puntuale con il mese di settembre, torna l'annosa polemica sul caro-scuola. Giornali nazionali e locali fanno a gara nell'indirizzare il consumatore verso la grande distribuzione e a sparare sul colpevole designato: librerie e cartolibrerie.

In questo contesto, il consumatore, già alle prese con il problema del bilancio familiare sempre più magro a motivo della congiuntura, viene poi stordito dalle varie offerte che soprattutto la grande distribuzione organizzata  propina di continuo.

A questo proposito il Sil Confesercenti desidera fare alcune precisazioni:
- i prezzi dei libri scolastici sono determinati unicamente dagli editori, che nel mercato agiscono secondo la più classica legge dell'economia monopolistica (alti prezzi – bassi ricavi per l'operatore finale della filiera)
- i tentativi fatti in questi anni dai governi non sono riusciti a modificare questo aspetto. Ultimo, in ordine di tempo i “tetti di spesa” che sono, almeno per il 50% dei casi, disattesi e le continue modificazioni dei programmi scolastici non aiutano certo a calmierare il mercato.
- la rete capillare sul territorio dei librai e dei cartolibrari garantisce alle famiglie un servizio affidabile di reperimento dei libri scolastici.
- il sistema delle librerie indipendenti e dei cartolibrari non può rinunciare al mercato della “scolastica” che, seppur con un ricavo lordo medio sotto il 17% del prezzo di copertina, è parte integrante per la loro sopravvivenza».

«Completa il quadro, a livello della nostra provincia – spiega Antonio Terzi, del Sil Confesercenti di Bergamo - l'assurda iniziativa di qualche produttore del settore che svende a prezzi di fabbrica i propri prodotti, facendosi beffe di quelli che dovrebbero essere in prima battuta i suoi clienti: le cartolibrerie.

Così ormai librerie e cartolibrerie vedono sottratto al loro giro d'affari il periodo solitamente più proficuo per la propria attività. A poco pare ormai servire sottolineare che questo sistema rischia di cancellare pezzi di storia del commercio della nostra provincia».

«Servono, e lo diciamo purtroppo inascoltati da anni, regole nuove - dice Confesercenti Bergamo - che mettano dei paletti a outlet e tempi delle promozioni. Regole che rispondano all'esigenza di evitare che le norme fiscali siano macigni contro la competizione ad armi pari e la concorrenza leale: se il modello scelto è quello, per essere chiari, degli studi di settore, ebbene questo valga per tutti, outlet e grande distribuzione compresi.

Un primo passo, anche se insufficiente e parziale, verso un cambio di rotta, può essere la nuova legge sul prezzo dei libri. Dal 1° settembre, se non in qualche caso "gestito" dagli editori, non si possono vendere libri con sconto superiore al 15% del prezzo di copertina.

Questa norma non ha purtroppo alcun effetto sostanziale sulla "scolastica": sarà un tema da rivedere tra un anno quando la legge andrà in revisione. Ma per salvare la categoria bisogna fare in fretta».

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