Gente rassegnata: «Cantiere sequestrato
Ma ormai è destinato a restare dov'è»

Qualcuno lo guarda affacciato dalla finestra, altri si avvicinano all'entrata del cantiere per osservarlo da vicino, altri ancora sbirciano dalla rete, per vedere a che punto sono i lavori. L'ecomostro di via Autostrada è l'argomento più dibattuto per il quartiere Carnovali.

Qualcuno lo guarda affacciato dalla finestra, altri si avvicinano all'entrata del cantiere per osservarlo da vicino, altri ancora sbirciano dalla rete, per vedere a che punto sono i lavori. L'ecomostro di via Autostrada è diventato l'argomento più dibattuto per il quartiere Carnovali.

Da quando sono stati messi i sigilli sulla porzione di cantiere dove, senza permessi, sono state gettate le fondamenta per la costruzione dell'hotel, gli abitanti a passeggio con i propri cani si dirigono in via dei Carpinoni, per toccare con mano quello che hanno letto su «L'Eco».

È qui che incontriamo uno dei residenti storici, che vive in un palazzo con affaccio sul «muro»: «Abito qui dal 1970 - racconta Pietro Brozzoni -. Sapevamo che sarebbe sorto un hotel e non sono contro la sua realizzazione. Sin dall'inizio, l'unica cosa che abbiamo sempre cercato di fare insieme al comitato di quartiere è il controllo delle altezze e delle volumetrie sul progetto».

«A giugno, durante l'ultimo incontro con l'assessore alle Politiche della casa D'Aloia e i dirigenti del Comune ci era stato confermato che la concessione per la costruzione dell'hotel non era ancora stata data. Quando abbiamo visto i lavori pensavamo si trattasse di un sostegno per i muri, invece abbiamo scoperto che si trattava delle fondamenta».

«Sono mancati i controlli, adesso chiediamo che i lavori vengano monitorati, in base alle documentazioni depositate in Comune. Non sono contrario all'hotel, ma a questo punto, spero almeno che le altezze vengano riviste, magari portandole da 6 ai 4 piani. Purtroppo quello che è fatto è fatto, chi lo farà demolire adesso? Nessuno!».

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