«La Tav non si tocca»: fronte compatto
per evitare il possibile rischio di tagli

Giù le mani dalla Tav. Le notizie di possibili tagli nella manovra che, tra le altre infrastrutture, porrebbero in bilico anche parte dei fondi destinati alla Treviglio-Brescia, mettono sul chi va là il fronte orobico. Per ora non c'è nulla di certo.

Giù le mani dalla Tav. Le notizie di possibili tagli nella manovra che, tra le altre infrastrutture, porrebbero in bilico anche parte dei fondi destinati all'alta velocità ferroviaria Treviglio-Brescia, mettono sul chi va là il fronte orobico. La comune premessa è che sulle eventuali sforbiciate non c'è per ora nulla di certo, e tutti auspicano che un'opera di quest'importanza non venga toccata.

Nel dubbio, però, il versante bergamasco si mostra compatto nel difendere i binari (i cui cantieri, tra l'altro, sono ai blocchi di partenza) e nel chiedere che tutto prosegua come da programmi, senza mannaie di sorta. «Parliamo di un intervento fondamentale, anche dal punto di vista occupazionale, soprattutto in un momento di crisi», osserva da Treviglio il primo cittadino, Giuseppe Pezzoni.

E poi non c'è solo la ferrovia: «Agganciate al progetto ci sono opere accessorie importanti, come, nel caso di Calcio, la tangenziale, che attendiamo da anni», ricorda il primo cittadino Pietro Quartini. Michele Lamera, da Romano, pone anche la questione dei tempi: «Questo cantiere e quello di Brebemi dovrebbero procedere di pari passo. Se invece ci fossero dei ritardi su Tav, il rischio per questi territori sarebbe di trovarsi in una sorta di limbo. E se si fermano le poche opere pubbliche avviate, come rilanciamo l'economia del Paese?».

A ribadire che «nulla è ancora deciso» è ora il parlamentare del Pdl Gregorio Fontana. «Nell'ambito dei tagli ai ministeri, previsti con la manovra, è in corso tra l'altro una revisione generale sul tema infrastrutture. Ma di elenchi di opere da tagliare, per ora, non ce ne sono: sarà solo questione di scelte. E di sicuro la Tav, un'infrastruttura pronta a partire, già finanziata (il Cipe ha stanziato 1,1 dei 2 miliardi necessari, ndr) e che rientra in un fondamentale corridoio Ue, è tra quelle da tutelare: noi parlamentari bergamaschi ci batteremo per questo. Sono abbastanza fiducioso su un esito positivo».

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