Un bergamasco in terra di Sicilia
Manager sui poderi strappati alla mafia

Un manager bergamasco in Sicilia, una cooperativa che prova a far decollare il proprio lavoro sui terreni confiscati alla mafia, la passione di persone che si mettono in gioco: sono alcuni ingredienti di una storia che ha come protagonista Ferruccio Piazzoni.

Un manager bergamasco in terra di Sicilia, una cooperativa che prova a far decollare il proprio lavoro sui terreni confiscati alla mafia, la passione e il coraggio di persone che non esitano a mettersi in gioco: sono alcuni degli ingredienti di una bella storia che si svolge principalmente a Partinico, in provincia di Palermo, e che avrà, il 25 ottobre, una «puntata» significativa a Milano, all'auditorium Assolombarda (ore 14,30), dove il progetto «La terra e il germoglio» riceverà il premio Sodalitas. Il manager è Ferruccio Piazzoni, 63 anni, una «vecchia conoscenza» del mondo imprenditoriale orobico, con un passato ricco di esperienze, dal mondo della scuola a quello del giornalismo, poi dirigente di aziende importanti tra cui Spm del gruppo Sesaab. In particolare, è stato uno dei «pionieri» dell'introduzione di internet nella Bergamasca, con l'esperienza in Columbusnet e Icteam. Un uomo eclettico, abituato al cambiamento, più volte sperimentato nell'esperienza personale e di lavoro.

L'ultima – per adesso – «curva» di una vita senza troppe pause, è cominciata nel 2009. Così racconta Piazzoni: «Stavo finendo un lavoro in Puglia, l'avviamento di un'azienda impegnata nel campo delle energie rinnovabili quando mi viene diagnosticato un tumore, da prendere sul serio. E io lo prendo sul serio: mollo tutto e comincio un viaggio per visitare alcuni amici. Finisco in Brasile, da una famiglia che ha adottato un bimbo brasiliano e si è poi stabilita lì. Una famiglia con un'attività avviata e soprattutto impegnata in un'iniziativa di volontariato per i malati di lebbra. Questa esperienza mi avvicina una volta di più al mondo del volontariato e del no profit, che già conosco anche per esperienze personali precedenti. Torno a Bergamo e dopo un po' è l'amico Maurizio Carrara, già fondatore del Cesvi e ora presidente di Unicredit Foundation a contattarmi, per chiedermi di "dare un'occhiata" a un paio di progetti da avviare. "Vedi cosa puoi fare", mi ha detto, "magari dedicandogli un paio di giorni alla settimana..."».
Un impegno «leggero», che in breve diventa a tempo pieno. «Con 3 o 4 giorni a distanza non si combina nulla», spiega Piazzoni, che si è trasferito a Partinico. Il progetto preso in carico – da volontario, con solo il rimborso delle spese e anche l'affitto a carico («A Partinico ho voluto andarci io...») – è quello della cooperativa Libera-Mente, legata a Libera, l'associazione contro le mafie di don Luigi Ciotti e Rita Borsellino. Libera-Mente lavora su terreni confiscati alla mafia, produce frutti che vengono lavorati in Emilia Romagna, dove avviene il processo di trasformazione in composte dolci e salate (marmellate, piuttosto che sottaceti). L'obiettivo è quello di costruire in Sicilia uno stabilimento di trasformazione dei prodotti della terra. E conquistare un target di clienti «medio-alto».

Già, perché operare secondo le regole – come si sforza di fare la cooperativa – «costa e mette immediatamente fuori mercato – spiega Piazzoni – visto che i "concorrenti", tra cui un gran numero di cooperative fasulle, non operano correttamente e spendono molto meno per produrre». Nonostante le difficoltà, il lavoro va avanti. «Per costruire lo stabilimento di trasformazione – racconta ancora Piazzoni – serviva un nuovo spazio. E qui è scattata la "molla" giusta, l'incontro che ha dato vita a un nuovo progetto, quello premiato da Sodalitas».
L'incontro è con Michele Spatafora, un agricoltore 72enne, un «sindacalista della terra», come lo definisce Piazzoni. «Metteva in vendita la sua azienda agricola per necessità familiari – continua il racconto –: gli è morto un genero, che ha lasciato moglie e due bambini e "nonno" Michele si è caricato tutti sulle spalle. Gli ho proposto di acquistare la sua azienda, col pozzo d'acqua e soprattutto di entrare lui stesso a far parte della cooperativa, con la figlia, per insegnare agli altri come fare a lavorare la terra e diventare protagonista del progetto. Michele si è messo in gioco, con i valori che hanno animato tutta la sua vita. Ed è nato il progetto "La terra e il germoglio", con l'idea di realizzare una filiera di prodotti "buoni", secondo le regole, nel rispetto dell'ambiente, del lavoro e della terra. E con l'opportunità di occupazione al 30% di persone svantaggiate». Per l'acquisizione dell'azienda agricola la cooperativa ha aperto un mutuo di 310 mila euro e adesso, con il premio Sodalitas Libera-Mente ha la possibilità di «mettersi in vetrina». «Il premio della Fondazione Sodalitas – spiega ancora Piazzoni – consiste nella possibilità di presentare il nostro progetto, che è stato selezionato tra 230 diverse proposte, davanti a un pool di imprese, che potrebbero darsi da fare e finanziarlo in vario modo. Tramite questa opportunità vorrei riuscire ad avviare collaborazioni con importanti realtà imprenditoriali, specialmente, nella Bergamasca. Sarebbe bello se Italcementi, che in Sicilia ha diversi impegni, ci desse una mano per la costruzione del capannone. E magari si possa chiedere a Edison di fare la sua parte per l'impianto fotovoltaico. Sarebbe un gran risultato».

Alberto Campoleoni

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