Pendolari: dai vagoni-forno al gelo
«Ora ci conforta il calore umano»

D'estate vagoni trasformati in forni, d'inverno il gelo. A confortare i pendolari c'è comunque il calore umano. Cambiano le stagioni, ma la musica è sempre la stessa e la protesta dei pendolari torna a salire. Lo segnala Salvatore Vassallo.

D'estate vagoni trasformati in forni, d'inverno il gelo. A confortare il viaggio dei pendolari c'è comunque il «calore umano». Cambiano le stagioni, ma la musica è sempre la stessa e la protesta dei pendolari torna a salire.

L'ennesima segnalazione arriva da Salvatore Vassallo del Comitato Pendolari Bergamaschi. «Nel corso dell'incontro avuto in Regione Lombardia nel luglio scorso - scrive Vassallo -, Trenord aveva dichiarato che i tecnici avevano finalmente scoperto cosa non funzionasse nell'impianto di aria condizionata dei nostri treni, che per la prossima estate il problema sarebbe stato risolto e che, in ogni caso, il malfunzionamento non avrebbe riguardato il riscaldamento invernale».

«E allora perché dalle bocchette di aerazione di quasi tutti i treni che sto prendendo esce aria a temperatura ben più bassa di quella ambiente? - si chiede Vassallo -. Per fortuna Trenord ci fa viaggiare ammassati come bestie (anzi peggio perché come dice un collega pendolare le bestie non pagano il biglietto) e quindi abbiamo un sano "calore umano" che ci conforta ....».

Sulla stessa lunghezza d'onda i viaggiatori della Milano Cadorna/Varese/Laveno e delle altre linee in arrivo a Cadorna ma anche la Porta Garibaldi/Gallarate.

«Prima erano i treni vecchi, bisognava impostare manualmente la temperatura di ogni carrozza - scrive una pendolare - poi sono arrivati i problemi anche coi TAF che hanno non so bene che tipo di problemi di regolazione. Ora anche i TSR quando fuori fa caldo, l'aria è spenta o non funziona, la mattina presto, e quando fuori ci sono 13 gradi dentro si congela, adesso che fa freddo. Viaggiatori abituali, in particolare le signore, viaggiano con sciarpone e sciarpine tutto l'anno, basta salire su un treno e guardarsi in giro per rendersene conto».

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