Novità sulle azioni di A2A
Per l'acquisto si affaccia Atb mobilità

Prima, il rinvio della delibera. Poi, in coda, un'altra notiziona di quelle che cambiano un po' le carte in tavola: la vendita delle azioni A2A si potrebbe rivelare infatti una sorta di partita di giro. Mentre Palafrizzoni vende, Atb mobilità acquisterebbe.

Prima, il rinvio della delibera. Poi, in coda, un'altra notiziona di quelle che cambiano un po' le carte in tavola: la vendita delle azioni A2A – passata in Giunta nei giorni scorsi per far fronte alla difficilissima situazione finanziaria – si potrebbe rivelare infatti una sorta di partita di giro. Nel senso che mentre Palafrizzoni vende, Atb mobilità, partecipata dallo stesso Comune, acquisterebbe. Parola dell'assessore al Bilancio Enrico Facoetti che, durante la seduta della prima Commissione convocata per discutere del provvedimento, ha testualmente affermato: «C'è la possibilità che una nostra controllata, Atb Mobilità, acquisti lo stesso numero di azioni, che noi intendiamo mettere sul mercato».

Ovvero: sette milioni subito, più altri tre nel caso in cui se ne manifestasse l'esigenza. Tutto sommato, a parte i costi di intermediazione finanziaria, il minore dei mali, visto che così facendo i gioielli di famiglia resterebbero se non in casa, almeno nelle mani di parenti stretti. Si vedrà: «Dipende dalle decisioni del cda di Atb», ha aggiunto Facoetti a margine della seduta. Nel frattempo la commissione si è presa un po' di tempo.

«L'approfondimento – ha sostenuto Elena Carnevali (Pd) – è indispensabile per almeno due motivi. Innanzitutto perché stiamo vendendo i beni più redditizi del Comune, vanno poi considerate le difficilissime condizioni attraversate dal mercato azionario. Senza contare che l'ultima tranche di dividendi sui titoli di A2A è prevista il 24 novembre ed è chiaro che fino a quel momento non verranno ceduti. Il Consiglio comunale sugli assestamenti di bilancio è stato fissato il 28: possiamo attendere una settimana».

«Non abbiamo una posizione contraria alla vendita – aggiunge Roberto Bruni della lista omonima – si tratta di capire se è realmente necessario vendere o meno. Il testo della delibera è piuttosto ambiguo: si parla dell'esigenza di incassare per affrontare i pagamenti e rispettare il patto di stabilità, ma anche del finanziamento al piano delle opere pubbliche. Manca chiarezza». A farla ci pensa, con toni non proprio confortanti, Elena Pasini: «Questa delibera – ha spiegato il dirigente del settore Bilancio di Palafrizzoni – scaturisce da problemi di liquidità legati al patto di stabilità. Sono stati i lavori pubblici a lanciare l'allarme: se non procediamo ai pagamenti che si riferiscono al primo semestre di quest'anno i fornitori chiuderanno i cantieri. Inevitabile cercare una soluzione immediata». Su cui però anche la maggioranza vuole riflettere un po' di più: «Le considerazioni che ho ascoltato – ha concluso Roberto Chiorazzi (Pdl) – hanno un senso: una settimana si può aspettare».

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