Maxi frode fiscale, 3 nei guai
Sequestrati terreni, box e case

Ennesima maxi frode fiscale scoperta dalle Fiamme di Gialle di Bergamo. Nel mirino della GdF sono finiti 3 imprenditori della Bassa, accusati di aver evaso il fisco per oltre 15 milioni di euro e ai quali sono stati sequestrati beni del valore di circa 2 milioni.

Ennesima maxi frode fiscale scoperta dalle Fiamme di Gialle di Bergamo. Stavolta nel mirino della Guardia di Finanza sono finiti 3 imprenditori della Bassa Bergamasca, accusati di aver evaso il fisco per oltre 15 milioni di euro e ai quali sono stati sequestrati beni del valore di circa 2 milioni.

L'indagine è durata oltre un anno e ha permesso di scoprire un complesso sistema di frode finalizzato ad evadere il fisco dai parte dei tre imprenditori impegnati nel settore dell'edilizia residenziale.

In esecuzione del decreto di sequestro emesso dal G.I.P. del Tribunale di Milano - dr.ssa Maria Cristina Mannocci, su richiesta del Sostituto Procuratore della Procura milanese - dr. Mauro Clerici, i finanzieri hanno sequestrato 8 appartamenti (dei quali due in via Zelasco e via Locatelli in città), 3 box, 2 depositi ad uso commerciale, 14 appezzamenti di terreni, situati nelle province di Bergamo (Cavernago), Milano e Messina, nonché conti correnti, titoli e quote societarie nella disponibilità dei tre imprenditori, indagati per associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale ed alla bancarotta fraudolenta.

L'attività investigativa nasce a seguito del fallimento di altre società collegate a quella amministrata dagli indagati che miravano a truffare i creditori, depauperando il patrimonio della società fino a portarla al fallimento. In particolare, la frode fiscale veniva realizzata attraverso il ricorso a false fatturazioni ed al mancato versamento dei contributi previdenziali relativi ai dipendenti che venivano “compensati” con crediti Iva inesistenti. Grazie a tale sistema, i tre imprenditori operavano nel mercato dell'edilizia con indubbi vantaggi competitivi nei confronti degli altri operatori del settore, accumulando in tal modo ingenti illecite ricchezze personali.

Le indagini svolte dai finanzieri ed i sequestri effettuati sui beni personali degli indagati hanno perseguito lo scopo di rendere effettivo il recupero delle imposte non versate e di consentire ai fornitori ed ai dipendenti della società fallita di recuperare i loro crediti.

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