Open day al nuovo ospedale:
ecco il «viaggio» in anteprima

Il viaggio all'interno del nuovo «Giovanni XXIII» - domenica aperto al pubblico per l'open day - oltre che per capire i problemi che l'Azienda Ospedaliera sta cercando di risolvere è stata l'occasione per vedere quelle che saranno le eccellenze.

Il viaggio all'interno del nuovo «Giovanni XXIII» - domenica aperto al pubblico per l'open day - oltre che per capire i problemi che l'Azienda Ospedaliera sta cercando di risolvere è stata l'occasione per vedere quelle che saranno le eccellenze.

Accolti dal dg Carlo Nicora, e accompagnati dalle parole di Simonetta Cesa, direttore del dipartimento di professione sanitaria, gli addetti ai lavori e del mondo dei media (600 persone fra medici, dipendenti e tecnici) hanno potuto scoprire la nuova struttura nella mattinata di sabato. Colorato, spazioso, dai lunghi corridori, ricco di novità e all'avanguardia con i tempi moderni. In una parola eccellente, così come l'obiettivo degli addetti ai lavori: rendere l'ospedale di Bergamo un'eccellenza italiana.

La prima tappa è stata attraverso il mondo sotterraneo. Il tombino sotto il quale scorre la famosa acqua della falda sembra lasciare tranquilli: il livello è basso, e all'inizio di dicembre prenderanno il via i lavori per la costruzione della trincea (termine dei lavori a fine febbraio) che dovrebbe evitare possibili rischi dovuti all'innalzamento della falda causata da periodi di pioggia insistente. L'altezza media della falda è di 1,45 m e con la trincea l'obiettivo è quello di portarla a 0.

Tornati alla luce, la truppa dei mezzi di comunicazione ha poi raggiunto la piastra centrale. In questa torre ci sarà la diagnostica per immagini, il blocco operatorio (36 sale per gli interventi, di cui 12 per quelli minori), l'emodinamica, il blocco parto, il pronto soccorso e, al piano superiore, l'area critica (80 posti).

Lascia a bocca aperta la lunghezza dei corridoi e l'organizzazione prevista, soprattutto per quello che riguarda il pronto soccorso, da cui si possono facilmente raggiungere le sale d'intervento.

Per quanto riguarda il trasporto del materiale, avverrà in tre modi: posta pneumatica, le valigie per il trasporto leggero attraverso una rete di “binari” e quello pesante, composto da piastre orizzontali agganciate a delle “tartarughe”, programmate per seguire percorsi definiti.

Dopo la piastra centrale si è sale nuovamente per visitare un reparto tipo: di forma quadrata, precisamente quello di ostetricia e ginecologia, è possibile muoversi attraverso una serie d'indicazioni di tipo alberghiero. Ci sono 24 stanze per 46 posti letto, con le camere provviste di totem per i gas medicali, situati tra le due postazioni letto, armadio con cassaforte, bagno adatto anche per disabili. Il paziente non sarà più costretto ad attendere l'arrivo dell'infermiere, il quale dalla sua postazione potrà comunicare con il malato e arrivare direttamente da lui per rispondere subito alle sue necessità.

Un allarme acustico sarà invece utilizzato dagli infermieri, e li avvertirà dell'arrivo del materiale tramite il trasporto della valigette.

Una volta che l'utente entrerà nel Giovanni XXIII sarà guidato da una numerazione simile a quella delle abitazioni, con tanto di numero civico, che lo condurrà nel posto giusto. Per accettazione, ricoveri e visite ogni torre è provvista degli ambulatori (230 in totale) al piano terra, avvolti da un violetto effervescente: nel limite del possibile gli ambulatori e il reparto corrispondente saranno posizionati nella stessa torre. Oltre a un Cups centrale, in ogni torre ce ne sarà uno di riferimento.

Simone Masper

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