La GdF indaga sui sussidi:
il 50 per cento sono falsi poveri

I controlli della guardia di finanza sui sussidi hanno rivelato che il 50 per cento di chi chiede un aiuto è in relatà un «falso povero». L'indagine ha coinvolto coloro che chiedono sussidi ai Comuni e alla Regione: e la Gdf ha accertato numerose.

I controlli della Guardia di Finanza di Costa Volpino sui sussidi hanno rivelato che il 50 per cento di chi chiede un aiuto è in relatà un «falso povero». L'indagine ha coinvolto coloro che chiedono sussidi ai Comuni e alla Regione: e la Gdf ha accertato numerose.

In particolare, l'attività di polizia finanziaria, svolta a tutela del bilancio nazionale e degli enti locali, rappresenta una funzione di primaria importanza all'interno della missione istituzionale affidata alla guardia di finanza ed è finalizzata, altresì, ad evitare la dispersione di risorse destinate alle politiche di sostegno per le famiglie che si trovano in reale difficoltà.

In  tale ambito - spiega la Gdf di Bergamo - l'attività ispettiva è stata rivolta al riscontro della veridicità dei dati esposti nelle dichiarazioni sostitutive uniche, mediante accertamenti riguardanti la posizione reddituale e patrimoniale dei nuclei familiari dei soggetti beneficiari di prestazioni sociali agevolate, che sono state presentate per ottenere contributi economici riguardanti il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione (Fondo sostegno affitto), l'assegnazione della Dote Scuola, assegno di maternità di base, bonus sociale per l'energia elettrica e borse di studio universitarie.  

Le investigazioni hanno permesso di appurare che su 22 soggetti esaminati, ben la metà aveva tentato di truffare le amministrazioni interessate, presentando autocertificazioni non veritiere sulle posizioni reddituali e patrimoniali del proprio nucleo familiare.

Alcuni, oltre ad aver indicato un reddito molto inferiore nell'istanza del sussidio, hanno completamente omesso di dichiarare che possedevano un patrimonio, in qualche caso anche di svariati appartamenti e terreni di proprietà.

Tutti i responsabili sono stati segnalati ai vari enti per «indebita percezione di erogazioni a danno del bilancio pubblico» e, pertanto, oltre alle sanzioni, dovranno restituire quanto percepito ingiustamente a danno di chi ne avrebbe avuto veramente bisogno.

Tali tipi di controlli - assicura la Gdf - saranno intensificati ed estesi a tutto il territorio della provincia.

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