Crisi, Santa Lucia non si tocca
Si spende solo un po' meno

Santa Lucia è un po' più povera ma non deluderà i bambini bergamaschi. Un'indagine di Confesercenti tra i negozi di giocattoli di Bergamo dice che la crisi si sente, ma i genitori non rinunciano ai doni della tradizione. E tu cosa farai: clicca su commenta

Santa Lucia è un po' più povera ma non deluderà i bambini bergamaschi. Un'indagine di Confesercenti tra i negozi di giocattoli di Bergamo dice che la crisi si sente, ma i genitori non rinunciano ai doni della tradizione. Nel 2011 i negozi del settore sono aumentati del 9,2%.

Pur con qualche sacrificio in più - dice l'associazione dei commercianti - i genitori hanno fatto di tutto pur di esaudire, nel limite del possibile, i desideri dei figli.

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«La gente spende un po' meno, ma l'idea di non deludere i figli prevale – spiega Giorgio Caldara, titolare dello storico negozio presente da 60 anni in viale Papa Giovanni XXIII –. La crisi indubbiamente si sente e rispetto agli altri anni c'è stato un lieve calo nelle vendite, ma alla tradizione di Santa Lucia non si rinuncia mai. Piuttosto si tira un po' la cinghia durante l'anno, però la festa del 13 dicembre non si tocca».

«Per noi piccoli - aggiunge - la concorrenza è sempre più forte, soprattutto da parte della grande distribuzione, sempre più aggressiva e ai limiti della correttezza. C'è il problema di sconti applicati in modo massiccio, che i negozianti tradizionali non possono permettersi. Noi per difenderci puntiamo su un assortimento più vasto e su articoli maggiormente differenziati. Dalla nostra parte abbiamo la lunga tradizione: i bergamaschi ci conoscono e vengono sempre volentieri a trovarci».

E che le ristrettezze economiche pesino sui regali dei bambini lo conferma anche Elisabetta Micheli, titolare del temporary store della Lego in Largo Belotti. «Le vendite sono andate così così. C'è la crisi e la gente sta attenta a quello che spende, però al dono non rinuncia. Papà e mamme acquistano confezioni più piccole e economiche, ma devo dire che, da quello che vedo, la voglia di fare felici i propri figli è più forte delle innegabili difficoltà. Noi resteremo aperti sicuramente fino al 31 dicembre, poi vedremo se continuare. Finora però vendere giocattoli si sta rivelando una buona esperienza».

Aprire una bottega di balocchi era un progetto inseguito a lungo da Margherita Vergani, che da poco ha inaugurato Chicchimina in galleria Mazzoleni. «Più che la negoziante faccio la giocattolaia, un gran bel mestiere che sognavo da tempo – racconta –. In questi tempi difficili può sembrare una sfida complicata: per vincerla ho puntato su giochi belli e originali. Io mi rivolgo a fornitori esteri, perché noi italiani saremo gran bravi nella moda ma nei giocattoli siamo indietro. Devo dire che i bergamaschi apprezzano gli articoli insoliti che propongo, per il momento le cose stanno andando bene».

Per contrastare lo strapotere della grande distribuzione Chicchimina ha pescato nel passato: giochi di legno, dirigibili, mongolfiere e macchinine a pedali. Una magia che viene da lontano, senza rinunciare a tocchi innovativi e strabilianti come il pesce volante telecomandato. «Mi faccio guidare dalla passione nelle scelte, è stato così anche per Santa Lucia. Ho puntato su oggetti che non si trovano nei grandi centri commerciali. Penso che sia la strategia giusta per sopravvivere in un mercato sempre più complicato».

Il settore del giocattolo resta importantissimo per la nostra provincia, seconda per numero di negozi solo a Milano: nel 2011 i punti vendita specializzati della Bergamasca sono saliti da 62 a 68, con un aumento del 9,2%. Il volume d'affari dei negozi orobici rappresenta il 12,8% del totale lombardo.

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