Cuoco morto dopo l'aggressione
I 3 nomadi restano ai domiciliari

Non ci sono esigenze cautelari diverse dalle attuali. Con questa motivazione il gip ha rigettato la richiesta del pm di inasprimento della misura cautelare nei confronti dei tre nomadi accusati di aver provocato la morte del cuoco Marcello Costantini.

Non ci sono esigenze cautelari diverse dalle attuali. Con questa motivazione il giudice per le indagini preliminari Patrizia Ingrascì ha rigettato la richiesta del pubblico ministero Letizia Ruggeri di inasprimento della misura cautelare nei confronti dei tre nomadi accusati di omicidio preterintenzionale per aver provocato la morte del cuoco Marcello Costantini, morto il 18 febbraio dopo 50 di coma.

 Dunque i tre nomadi – due fratelli e il loro cugino – restano agli arresti domiciliari in attesa dei successivi passi della magistratura. Uno è nel campo nomadi di Trescore, un altro si trova ospite di un amico in un appartamento dello stesso paese, mentre il terzo è a Torino, anche lui ospite di un conoscente.

Dunque per il gip è abbastanza l'attuale misura restrittiva nei confronti dei tre, che non torneranno, quindi, in cella. Inizialmente i tre nomadi erano accusati di lesioni gravissime, ma dopo la morte di Costantini l'accusa era stata trasformata in omicidio preterintenzionale: era accaduto tutto la sera del 30 dicembre, nel pub Millaenya sulla provinciale a Entratico.

Maggiori dettagli su L'Eco di Bergamo del 25 febbraio

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