Bergamo, tumori per amianto
Oltre trecento casi in dieci anni

Si scrive mesotelioma, si legge tumore. È la patologia che colpisce e uccide chi è entrato in contatto con le fibre di amianto. E poiché si tratta di lavoratori e lavoratrici, è ritenuta una malattia professionale. I dati di Bergamo.

Si scrive mesotelioma, si legge tumore. È la patologia che colpisce e uccide chi è entrato in contatto con le fibre di amianto. E poiché principalmente si tratta di lavoratori e lavoratrici, è ritenuta una malattia professionale. Nonostante l'utilizzo di questo materiale pericoloso in Italia sia vietato dal 1992, ancora oggi si registrano episodi di mesotelioma alla pleura, al peritoneo e al pericardio.

Questo perché si tratta di una neoplasia con un tempo di latenza molto elevato, che oscilla tra i 15 e i 45 anni. Tenendo conto che l'impiego dell'amianto, in particolare nell'edilizia e nella metalmeccanica, si è concentrato soprattutto fino agli anni '80, gli esperti sostengono che il livello di incidentalità potrà arrivare fino al 2020. Secondo i dati forniti dall'Asl di Bergamo, nella provincia orobica il picco dovrebbe essere in corso o comunque potrebbe verificarsi al massimo entro due o tre anni.

L'ultimo studio in materia, con un raffronto tra le varie province lombarde, è raccolto nel decimo rapporto – registro mesoteliomi Regione Lombardia (RmL) e copre il decennio tra il 2000 e il 2010. In questi dieci anni la provincia bergamasca ha registrato complessivamente 332 casi di mesotelioma certo o probabile, posizionandosi dietro a Milano (927). L'anno nero è stato il 2002, con 46 casi accertati. Segue poi il 2009 con 40, il 2008 con 39 e il 2000 con 37.

Immediatamente dopo la nostra provincia si collocano Varese (270 casi), Pavia (254) e Brescia (248). In una seconda tabella è poi riassunto il numero dei mesoteliomi possibili: nella lista la Bergamasca scende al quinto posto con 27. Al vertice è ancora Milano (112), poi Pavia (46), Varese (30) e Monza e Brianza (28). Le prime analisi effettuate nella Bergamasca risalgono al 1985 e da allora i casi complessivamente registrati sono stati 522. Nel 65-70% è stata accertata un'esposizione professionale all'amianto. Tra il 1998 e il 2002 si è verificato il picco di mortalità, un dato che ha superato quello regionale.

Leggi di più su L'Eco di Bergamo oggi in edicola

© RIPRODUZIONE RISERVATA