Arrestato ex assessore alla Sanità
Bufera sulla Fondazione Maugeri

L'ex assessore alla Sanità della Regione Lombardia, Antonio Simone (con la Dc nei primi anni '90) e altre 5 persone sono state arrestate dalla Gdf nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Milano sulla Fondazione Maugeri da cui sarebbero stati distratti 56 milioni.

L'ex assessore alla Sanità della Regione Lombardia, Antonio Simone (con la Dc nei primi anni '90) e altre 5 persone sono state arrestate dalla Gdf nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Milano sulla Fondazione Maugeri da cui sarebbero stati distratti 56 milioni. La vicenda è una «costola» dell'inchiesta sul dissesto del San Raffaele.

Oltre all'ex assessore Simone, gli arrestati di venerdì 13 aprile sono l'uomo d'affari legato al San Raffaele Pierangelo Daccò al quale è stata notificata l'ordinanza in carcere, Costantino Passerino, direttore amministrativo della Fondazione Maugeri, e i consulenti della stessa clinica che ha sede a Milano e Pavia, Gianfranco Mozzali e Claudio Massimo. Sono stati invece disposti gli arresti domiciliari per Umberto Maugeri, presidente della stessa Fondazione Maugeri.

Le accuse sono associazione per delinquere aggravata dal carattere transnazionale e finalizzata al riciclaggio, appropriazione indebita pluriaggravate, frode fiscale ed emissione di fatture per operazioni inesistenti.

In sostanza sarebbe stato trasferito indebitamente all'estero attraverso un sistema anche di false fatturazioni o di attribuzione fittizia di beni, denaro proveniente dall'ente, 56 milioni, e che sarebbe stato destinato a Daccò e in parte all'ex assessore Simone. I fatti contestati vanno dal 2004 al 2011. L'inchiesta è stata coordinata dai pm Luigi Orsi, Laura Pedio, Antonio Pastore e Gaetano Ruta mentre i provvedimenti di arresto sono stati firmati dal gip Vincenzo Tutinellli.

Sulla vicenda degli arresti dell'ex assessore lombardo alla Sanità, Antonio Simone, e dei fondi che sarebbero stati distratti dalla Fondazione Maugeri, il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni ha detto di non saperne «assolutamente nulla. Mi dispiace per i fondi distratti dalla Fondazione Maugeri, ma non ne sono minimamente informato. La Fondazione Maugeri è una realtà privata».

A margine di una conferenza stampa a Palazzo Lombardia, Formigoni ha precisato che «in Lombardia ci sono 880 mila aziende private, ma non compete al presidente della Regione farsene carico. Ogni imprenditore è responsabile della conduzione della propria azienda».

«Dalle operazioni inutili alla clinica Santa Rita fino ai milioni di euro sottratti al San Raffaele e alla Maugeri, nella costosa sanità formigoniana gli scandali sono davvero troppi e troppo gravi: anche per questo, torniamo a dirlo, è ora di ridare la parola ai lombardi»: lo scrivono in una nota Luca Gaffuri, capogruppo del Pd in Regione Lombardia, e Gian Antonio Girelli, responsabile sanità per il Pd lombardo, a proposito dell'inchiesta sulla Fondazione Maugeri.

«Un fatto gravissimo che alza il velo su un sistema di potere che ha avuto accesso libero alla sanità lombarda», aggiungono gli esponenti dell'opposizione, secondo i quali «Simone e Daccò sono persone molto vicine a Formigoni e sono accusate di aver distratto fondi da due grandi strutture sanitarie lombarde che ricevono molti soldi dalla Regione: il presidente dovrebbe sentire il bisogno di spiegare perché tutto questo possa essere accaduto proprio sotto i suoi occhi».

Sull'inchiesta che coinvolge la Fondazione Maugeri sono intervenuti anche altri gruppi di opposizione. Per il consigliere regionale dell'Idv Gabriele Sola «il castello del potere che attraverso la sanità governa la Lombardia, le cui fondamenta furono gettate negli anni '80 e che poi si è consolidato nel ventennio formigoniano, si sta sgretolando sotto il peso di ombre sempre più inquietanti e di accuse sempre più gravi».

Secondo l'Idv, il presidente della Regione Formigoni «dovrebbe prendere atto di una situazione ormai insostenibile e indifendibile, e rassegnare le dimissioni prima che siano le macerie del suo stesso castello a travolgerlo».

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