Gli studenti, appello ai ladri:
«Ridateci il nostro computer»

«Speriamo che le nostre parole arrivino anche al cuore di chi ha commesso questo atto». Lo scrivono gli alunni della 2ª E della scuola media di Nese di Alzano, rivolta a chi nella notte tra mercoledì e giovedì scorso ha rubato il loro computer.

«Speriamo che le nostre parole arrivino anche al cuore di chi ha commesso questo atto. A scuola ci insegnano il valore dell'onestà, della correttezza e del buon cittadino. Ci insegnano che, nonostante tutto, dobbiamo avere fiducia nel prossimo e nel futuro, perché sta a noi costruirlo. Ebbene, noi speriamo che il nostro computer possa tornare ad essere “nostro”. Vogliamo ancora le nostre lezioni, il nostro modo di vivere la scuola».

Si conclude così la lettera degli alunni della classe 2ª E della scuola secondaria di primo grado di Nese di Alzano, rivolta a chi nella notte tra mercoledì e giovedì scorso è penetrato nella scuola media.

Quando il mattino successivo i ragazzi e le ragazze si sono resi conto che il computer di classe non era più al suo posto sono rimasti senza parole. Per un momento hanno pensato (o sperato?) che fosse stato spostato per qualche motivo in un'altra aula.

Poi hanno dovuto riconoscere che la loro classe era stata «alleggerita» durante la notte di un bene per loro così prezioso. Uno strumento molto importante perché permette il funzionamento della lavagna interattiva.

«Siamo una di quelle poche classi privilegiate – spiegano gli alunni – che, fra le tante difficoltà economiche attuali e i crescenti tagli alla scuola pubblica, sono riuscite ad avere a propria disposizione una lavagna Lim». Ora chiedono e sperano di poterla riavere.

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