Nakky, l'autopsia conferma:
ucciso da un cocktail di droghe

L'autopsia conferma: Nakky è stato ucciso da un sovradosaggio di stupefacenti. La certezza è arrivata dopo che l'anatomopatologo dell'Istituto di medicina legale di Brescia, Daniela Ruffini, ha completato l'autopsia.

L'autopsia conferma: Nakky è stato ucciso da un sovradosaggio di stupefacenti. La certezza è arrivata dopo che l'anatomopatologo dell'Istituto di medicina legale di Brescia, Daniela Ruffini, ha completato l'autopsia.

L'esame, compiuto aigli Ospedali Riuniti di Bergamo, non ha per ora specificato di quali sostanze si tratti, ma sarebbe confermata la presenza di più di una droga.

Ulteriori dettagli arriveranno dall'esame tossicologico: per avere i risultati definitivi serviranno alcune settimane. L'altra conferma è quella dell'effetto devastante che il cocktail di droghe ha avuto sul cervello del ragazzo: ha provocato prima un edema cerebrale, che ha causato la compressione del cervello all'interno della scatola cranica, e quindi la morte.

Nakky Di Stefani, 19 anni, si era sentito male nella notte tra lunedì 30 aprile e martedì 1° maggio in una discoteca alle porte di Bergamo, il Bolgia di Osio Sopra, non molto distante da Dalmine dove il giovane abitava.

Il 19enne era stato ricoverato già in coma agli Ospedali Riuniti poco dopo le 3 di martedì 1° maggio. Subito soccorso dagli amici e dal personale della discoteca, era stato poi affidato alle cure dei medici giunti con un'ambulanza del 118. È morto intorno alle 9.

Il giovane, originario dell'India, era stato adottato all'età di 10 anni da una famiglia di Dalmine, dove tuttora risiedeva. Studente dell'Istituto superiore Einaudi di Dalmine, da tempo soffriva di problemi cardiaci, di natura congenita. Il magistrato che segue il caso aveva disposto l'autopsia per chiarire con esattezza le cause della morte.

I carabinieri invece stanno anche indagando sulla telefonata che sarebbe stata fatta al 118 per chiedere soccorsi subito dopo che il giovane si è sentito male, telefonata nella quale si sarebbe sostenuto che il giovane avrebbe accusato i primi sintomi del malore, che l'ha poi stroncato, dopo aver ingerito una pastiglia di ecstasy. Di quest'ultima circostanza, al momento, non esiste comunque alcuna certezza.

Le analisi effettuate già nella giornata del 1° maggio sul cadavere, secondo quanto confermato dagli stessi carabinieri, avrebbero rilevato che la vittima aveva fatto uso di droga poco prima di sentirsi male, intorno alle 3. Il ragazzo sarebbe risultato positivo all'anfetamina e alla cannabis e addosso i carabinieri gli avrebbero trovato anche un grammo di marijuana, delle cartine per confezionare delle sigarette e un sacchetto con residui di tabacco.

I reati che potrebbero configurarsi nei confronti di chi ha venduto l'ecstasy al ragazzo sono lo spaccio di stupefacenti e la morte in conseguenza di altro reato. I carabinieri intanto hanno ascoltato il personale di sorveglianza della discoteca, che ha soccorso il giovane dopo il malore, e sono risaliti all'amico con cui il diciannovenne era arrivato in discoteca. Tuttavia sul colloquio non sono trapelate notizie.

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