Scoperta dalla Guardia di Finanza
un «self service» delle fatture false

La Guardia di Finanza di Bergamo ha scoperto 3 aziende tutte facenti capo allo stesso imprenditore che hanno utilizzato fatture false per circa 7,5 milioni di euro allo scopo di diminuire i ricavi e versare all'Erario meno imposte. Imposta evasa per 2,5 milioni.

La Guardia di Finanza di Bergamo ha scoperto 3 aziende tutte facenti capo allo stesso imprenditore che hanno utilizzato fatture false per circa 7,5 milioni di euro allo scopo di diminuire i ricavi e versare all'Erario meno imposte.

Nel mirino dei militari della Brigata di Sarnico, coordinata dal comando provinciale, sono finite tre società di Telgate facenti capo a uno stesso imprenditore, L. P. C., 41 anni di Comun Nuovo: si tratta di un'azienda specializzata in servizi di sostegno alle imprese, una nella posa di infissi, arredi e controsoffitti, e una nelle installazioni di macchine e apparecchiature industriali.

Le prime due sono attive, la terza risulterebbe in liquidazione. Il quarantunenne di Comun Nuovo è stato denunciato a piede libero con l'accusa di dichiarazione fraudolenta mediante l'utilizzo di fatture relative ad operazioni inesistenti e per la distruzione ed occultamento di parte di documenti obbligatori. Denunciato anche il liquidatore della società non più attiva, G. V. 54 anni, di Stezzano.

Invece di ricorrere all'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti emesse da società «cartiere», come avviene di solito in questi casi, le 3 aziende hanno utilizzato documenti fiscali recanti l'intestazione di ben 22 società realmente esistenti ed operanti correttamente, risultate essere completamente estranee alla vicenda.

Infatti tali aziende, presunte «fornitrici» delle 3 imprese, oltre a manifestare il loro totale stupore per la vicenda, hanno dimostrato di non essere a conoscenza che fatture recanti la loro intestazione erano state create ed utilizzate, a loro insaputa, da parte di società e persone diverse da quelle con cui avevano avuto rapporti commerciali.

In tal modo, i responsabili della frode, che operavano nei settori dell'arredamento per uffici e altri servizi a supporto dell'attività d'impresa, oltre a versare meno imposte al Fisco, hanno risparmiato anche sul «compenso per il rischio d'impresa» che in questi casi viene corrisposto a chi fornisce le fatture fittizie avendo dato così vita ad un vero e proprio “self service” di fatture false autoprodotte in tutte le loro parti.

I 7,5 milioni di euro di fatture false hanno generato un'evasione di imposta (IRES) per 2,5 milioni di euro con un' I.V.A. indebitamente detratta per 1,5 milioni. Il legale rappresentante delle 3 società ed il liquidatore di una di esse sono stati denunciati all'Autorità Giudiziaria orobica per i reati di dichiarazione fraudolenta mediante l'utilizzo di fatture relative ad operazioni inesistenti e per la distruzione ed occultamento di parte dei documenti obbligatori.

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