I primi riscontri dell'autopsia
Davide non è morto per la lite

Secondo i primi riscontri dell'autopsia, sembra che la morte di Davide Battaglia, l'operaio di 30 anni di Brembate Sopra deceduto venerdì sera, non sia riconducibile alla lite che il giovane aveva avuto circa tre ore prima con un 31enne di Almenno San Salvatore.

Secondo i primi riscontri dell'autopsia, sembra che la morte di Davide Battaglia, l'operaio di 30 anni di Brembate Sopra deceduto venerdì sera, non sia riconducibile alla lite che il giovane aveva avuto circa tre ore prima con un 31enne di Almenno San Salvatore.

Per il momento non è stata stabilita la causa della morte, potrebbe essere stato un malore. Si tratta comunque di una prima valutazione, visto che il medico anatomopatologo - che ha condotto l'autopsia ai Riuniti di Bergamo - si è riservato di fare esami più approfonditi e avrà tempo 60 giorni per consegnare la sua relazione definitiva.

È omicidio preterintenzionale l'ipotesi di reato dell'inchiesta aperta sulla morte di Battaglia. Il fascicolo contiene pure il nome di un indagato: quello di D. O., l'operaio trentunenne di Almenno San Salvatore che, durante un litigio scoppiato tre ore prima del decesso, aveva aggredito la vittima, sembra per una questione di soldi (50 euro).

Nell'autopsia c'era da capire se le lesioni riportate durante la lite dal trentenne di Brembate Sopra avessero inciso sul decesso oppure se fossero altre le origini. A cominciare dalle precarie condizioni di salute di Battaglia, che ultimamente era stato sottoposto a delle cure.

La lite era scoppiata alle 17 di venerdì in via Sorte a Brembate Sopra, a duecento metri dalla casa in cui Davide viveva con i genitori Mario e Anna. Il ragazzo lascia anche il fratello Alberto, 37 anni, e la fidanzata Roberta.

Secondo la ricostruzione dei carabinieri, Battaglia, che lavorava come magazziniere al centro commerciale «Il Continente» di Mapello, era stato aggredito da D. O., che lo avrebbe malmenato. Il trentenne era stato visto barcollare e tentare la fuga, inseguito dal rivale. Quest'ultimo era stato bloccato da una guardia giurata.

Al vigilante il presunto aggressore avrebbe riferito che Davide gli doveva 50 euro. Ed è presumibilmente per questa somma che è esploso il litigio. Il magazziniere era stato soccorso da un amico di famiglia che lo aveva accompagnato nella vicina abitazione. Non appena varcato il cancello di casa, Davide aveva perso i sensi ed era crollato a terra.

Sul posto erano giunti l'elicottero e un'ambulanza del 118. Il giovane era stato trasportato all'ospedale di Ponte San Pietro con l'autolettiga, ma le condizioni del trentenne si erano aggravate col passare delle ore e Davide era morto intorno alle 20. D. O. era stato rintracciato l'indomani e interrogato dai carabinieri.

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