Cromo, un nuovo focolaio
Si trova ancora a Verdellino

Dopo la Cromoplastica e la Nuova Igb di Verdellino è stata individuata la terza azienda ritenuta, da Arpa Bergamo e Provincia, responsabile dell'inquinamento da cromo VI (esavalente) della falda acquifera fra Verdellino e Treviglio. È la Cromec di Verdellino.

Dopo la Cromoplastica e la Nuova Igb di Verdellino è stata individuata la terza azienda ritenuta, da Arpa Bergamo e Provincia, responsabile dell'inquinamento da cromo VI (esavalente) della falda acquifera fra Verdellino e Treviglio. È la Cromec di Verdellino: qui è stata rintracciata la sorgente del terzo plume di inquinamento che va ad aggiungersi agli altri due.

In realtà già lo scorso febbraio, quando era stato scoperto il terzo plume, l'Arpa aveva individuato come possibile responsabile la Cromec. La conferma è arrivata con le analisi successive e recentemente la Provincia ha inviato all'azienda una comunicazione in cui viene sollecitata all'immediata messa in sicurezza del proprio impianto.

La Cromec risulta essere attiva a Verdellino da circa tre anni: «La perdita ritenuta causa dell'inquinamento è antecedente - afferma il titolare -. Risale a più di dieci anni fa quando la vasca per la cromatura che attualmente utilizziamo era gestita da un'altra società. Ora comunque spetta a noi farci carico della problematica».

La messa in sicurezza dell'impianto è in corso. Nei prossimi giorni inoltre, nel perimetro industriale dell'azienda, partirà ad opera della Biosearch la bonifica. La Biosearch è l'azienda di Torino, titolare della tecnica di bonifica che consiste nell'iniettare nella falda acquifera una miscela detossificante che trasforma il nocivo cromo VI nell'innocuo cromo III.

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