Sanità: salvi in extremis
i piccoli ospedali sul territorio

Tagli alla spesa per farmaci, acquisti, e anche per i posti letto. Anche se alla fine di un braccio di ferro nel governo proseguito per tutta la giornata si dovrebbero essere salvati i mini-ospedali al di sotto degli 80 (o 120 posti letto).

Tagli alla spesa per farmaci, acquisti, e anche per i posti letto. Anche se alla fine di un braccio di ferro nel governo proseguito per tutta la giornata si dovrebbero essere salvati i mini-ospedali al di sotto degli 80 (o 120 posti letto).

Misura impopolare e osteggiata dalle Regioni e che avrebbe lasciato nelle casse dello Stato all'incirca 200 milioni, che dovrebbero però essere compensati da un abbassamento del tetto della spesa per i dispositivi medici, visto che nelle diverse bozze questo taglio è via via aumentato (al momento ci sarebbe per il 2012 un - 5%, con un tetto di spesa che passerà dal 5,2% al 5% a partire dal 2013).

La «partecipazione» della sanità alla revisione della spesa, infatti, non si sarebbe spostata dal miliardo previsto per il 2012, cui si aggiungeranno per 2013 e 2014 «risparmi» per due miliardi l'anno. Somme «insostenibili» secondo le Regioni, che si vedranno sforbiciare il Fondo sanitario già a partire da quest'anno, mentre le decisioni di spesa già sono state prese, e che rischiano di tradursi, per le autonomie, in «tagli ai servizi ai cittadini».

Per le Regioni, insomma, si tratta «di una manovra» e non di una revisione della spesa, che toccherà indiscriminatamente «virtuosi» e non virtuosi con un «taglio lineare». Tanto che si è al limite della «rottura sul fronte istituzionale» visto che l'intervento è «unilaterale da parte del governo».
In ogni caso il menu sanità del decreto, a parte il capitolo ospedali, è di fatto già definito: meno spesa per i farmaci (con la modifica dei tetti per la spesa territoriale e quella ospedaliera e lo sconto "rinforzato" a carico di farmacie e aziende, che si dovranno fare carico anche del 50% dell'eventuale sforamento della spesa nazionale) e taglio del 5% di quella per l'acquisto di beni e servizi: c'è la possibilità per le Asl di disdire i contratti senza penali se superano del 20% i prezzi di riferimento, oltre all'obbligo di rivolgersi alla Consip per le categorie di merci presenti nella piattaforma della centrale nazionale per gli acquisti.

Ci sarà anche una diminuzione dell'1% quest'anno e del 2 dall'anno prossimo della spesa per le prestazioni acquistate dalle strutture private accreditate, oltre al prolungamento al 2015 del tetto all'aumento della spesa, in vigore dal 2010 e che doveva finire nel 2012.
Per gli ospedali, fatte salve le piccole strutture che non dovrebbero più essere costrette a chiudere automaticamente, ci sarà comunque una riduzione dei posti letto, visto che la percentuale dovrà passare dal 4 per mille abitanti attuale al 3,7 per mille, «adeguando coerentemente le dotazioni organiche dei presidi ospedalieri pubblici», e andando verso una riorganizzazione complessiva della rete ospedaliera.

Per i piccoli ospedali, si dovrà comunque promuovere la riconversione verso il ricovero diurno, l'assistenza in regime ambulatoriale e favorendo l'assistenza residenziale e domiciliare.

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