Il gip dal presunto incendiario
«Ero lì, ma non ho appiccato il rogo»

«Ero fuori dalla stazione, con due persone, a fumare le sigarette che avevo appena comprato. Non ho appiccato io l'incendio». Michele Rossi, 41 anni, bergamasco senza fissa dimora, si è difeso così dall'accusa di aver incendiato il treno alla stazione di Bergamo.

«Ero fuori dalla stazione, con due persone, a fumare le sigarette che avevo appena comprato. Non ho appiccato io l'incendio». Michele Rossi, 41 anni, bergamasco senza fissa dimora, si è difeso così dall'accusa di aver incendiato il treno alla stazione di Bergamo.

Con problemi di alcolismo, Rossi era stato arrestato venerdì pomeriggio nel Pavese: ora è in carcere, accusato di di aver appiccato il fuoco che, nella notte tra il 13 e il 14 giugno alla stazione ferroviaria di Bergamo, ha devastato cinque carrozze di un treno di Trenord.

Il gip Giovanni Petillo lo ha sentito per l'interrogatorio di garanzia. Il 41enne ha raccontato: «Ero sul treno con altre tre persone, poi sono arrivati i vigilantes e ci hanno fatti scendere. Ero arrabbiato, ma sono andato via per comprare le sigarette e a fumare. Non sono stato io»

Quanto è stato arrestato Michele Rossi si era rifugiato in una comunità di recupero a Valle Lomellina, in provincia di Pavia: gli agenti della Digos lo hanno rintracciato e arrestato in esecuzione di ordinanza di custodia in carcere.

L'uomo - assistito dall'avvocato d'ufficio Fabio Marongiu - resta nel carcere di via Gleno. Gli indizi in mano agli inquirenti sono sostanzialmente tre: Rossi era sul vagone; quando i vigilantes lo hanno scacciato, se n'è andato con un'espressione del tipo «ora ve la faccio pagare». Poi c'è la testimonianza di un marocchino che lo avrebbe visto versare il residuo di una bottiglietta di plastica in un tombino, liquido che secondo l'immigrato sarebbe stata benzina.

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