Il Vescovo e il Museo del Duomo
Gli scavi, simbolo di una crescita

«Un segno di fede e di una comunità viva. Gli scavi non sono terra morta, ma simbolo di una crescita. Al di là del pregio dei restauri è questo il messaggio che proviene da questi luoghi». Così il vescovo mons. Francesco Beschi.

«Un segno di fede e di una comunità viva. Gli scavi non sono terra morta, ma simbolo di una crescita. Al di là del pregio dei restauri è questo il messaggio che proviene da questi luoghi». Così il vescovo mons. Francesco Beschi alla conferenza stampa di presentazione dell'apertura del Museo e Tesoro della Cattedrale che si terrà domani alla presenza dei ministri Terzi e Ornaghi.

All'incontro organizzato dalla Fondazione Bernareggi sono intervenuti anche la sovrintendente ai Beni archeologici e culturali Maria Fortunati ed esponenti della Fondazione del Credito Bergamasco che hanno contribuito al finanziamento del'intervento (solo per l'allestimento è stato speso un milione di euro).

La dott. Fortunati ha voluto evidenziare l'importanza del recupero e dello scavo, ricordando che «in questo fazzoletto di terra sotto il Duomo è custodita tutta la storia della città dalla domus romana fino ai giorni nostri».

Proprio nelle scorse settimane anche l'architetto Giovanni Tortelli, progettista e direttore dei lavori del nuovo Museo e tesoro della Cattedrale aveva ricordato che «qui si trovano venti secoli di storia».

Il cantiere era stato aperto dal 2004 proprio sotto le volte del Duomo in Città Alta. I ritrovamenti hanno scoperto la prima basilica paleocristiana dedicata a San Vincenzo ma anche resti dell'antico sito romano. I mosaici delle domus romane adiacenti al cardo di via Mario Lupo sono conservati a pochi passi dai basamenti delle due file di colonne che sorreggevano le tre navate della basilica del V secolo. Sui reperti della prima testimonianza della cristianità in terra bergamasca si innesta poi la basilica romanica del XII secolo che rispondeva a una crescita della comunità religiosa orobica.

Bisognerà attendere poi la metà del Quattrocento perché il vescovo Giovanni Barozzi affidi al Filarete il progetto della nuova Cattedrale poi ultimata nel Seicento e ammirabile ancora oggi.

Dopo sette anni di lavori il 25 agosto, alla vigilia della solennità di Sant'Alessandro, patrono della città, la diocesi di Bergamo, aprirà appunto questi scavi alla città nel nuovo Museo e tesoro della Cattedrale. Un'opera immane e di valore storico e religioso inestimabile realizzata grazie alla Chiesa di Bergamo e ad alcuni sponsor tra cui la Fondazione Credito bergamasco e un donatore privato che ha chiesto però l'anonimato.

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