Regione, l'affondo di Martina
«Il Pd è pronto a dimettersi»

«Con la vicenda del Lazio alle spalle, se oggi mi dicono che pezzi della maggioranza Pdl-Lega stanno valutando un cambio di passo, noi ci siamo da subito»: lo ha detto il segretario regionale del Pd lombardo, Maurizio Martina, arrivano al consiglio regionale.

«Con la vicenda del Lazio alle spalle, se oggi mi dicono che pezzi della maggioranza Pdl-Lega stanno valutando un cambio di passo, noi ci siamo da subito»: lo ha detto il segretario regionale del Pd lombardo, Maurizio Martina, che arrivando al Consiglio regionale ha detto ai giornalisti «siamo pronti a fare in Lombardia il passo delle dimissioni come il Pd nel Lazio, ma chiedo alla maggioranza di battere un colpo, perchè la responsabilità è loro e i numeri sono numeri».

Sarcastica la replica del Governatore. «Chi è questa signora Martina? Non la conosco», così ha risposto Roberto Formigoni a chi gli chiedeva un commento su quanto annunciato dal segretario regionale del Pd Maurizio Martina. Se si verificasse questa eventualità, dice Formigoni, credo che ci saranno delle surroghe e subentreranno i secondi degli eletti».

Controreplica del consigliere regionale del Pd Franco Mirabelli: «È scandaloso che di fronte alle dimissioni della Polverini, Formigoni che è personalmente coinvolto e con elementi che sono o sono stati nella sua Giunta dentro innumerevoli scandali, non senta lo stesso bisogno di dimettersi per restituire dignità alla Regione Lombardia».

Secondo Mirabelli il fatto che «Formigoni offenda con toni inappropriati il segretario del più grande partito di opposizione ci conferma quanto sia necessario fare il più possibile per liberare l'istituzione da una tale zavorra».

Sola, anche altri seguano l'esempio del Pd
L'esponente Idv Gabriele Sola interviene commentando l'annuncio delle possibili dimissioni del gruppo del Pd: «È un'ottima notizia, che porta il Pd sulle posizioni assunte già sei mesi or sono dall'Italia dei Valori. Probabilmente, anche senza attendere lo scandalo laziale, sarebbero bastate ed avanzavate le circostanze tutte 'Made in Lombardia' che indicano precise responsabilità politiche in capo a Formigoni ed alla sua ormai impresentabile maggioranza. Sta di fatto che noi già sei mesi or sono consegnammo le nostre dimissioni nelle mani del segretario regionale dell'Italia dei Valori, pronti a depositarle non appena un numero sufficiente di colleghi avesse assunto la medesima iniziativa. La disponibilità del Pd va in questo senso: ora ci appelliamo anche agli altri gruppi presenti in Consiglio perché convergano sulle nostre posizioni».

Martina aggiunge: Lega e Pdl rassegnino le dimissioni con l'opposizione
«La vicenda del Lazio - ha aggiunto nel pomeriggio di martedì Martina - è diversa dalla quella lombarda, ma il punto di fondo è lo stesso: la corretta gestione di ingenti risorse pubbliche. La vicenda della presidente Polverini dimostra ancora una volta che prima delle eventuali responsabilità penali si devono affrontare senza reticenze le proprie responsabilità politiche. Nel caso lombardo stiamo parlando di enormi risorse pubbliche mal gestite in campo sanitario e non solo, con finanziamenti non controllati e contributi milionari per progetti sperimentali persino ridicoli. Come non vedere che in Lombardia abbiamo bisogno di una scossa? Come non vedere che non si può tirare a campare così nello sfaldamento del rapporto tra politica, istituzioni e cittadini? Formigoni non può fare finta che in Lombardia nulla sia accaduto. Serve una svolta subito. Per questo abbiamo chiesto e chiediamo il voto anticipato e per questo settimane fa abbiamo presentato la mozione di sfiducia al Presidente. Ora continuiamo la nostra battaglia: chiediamo ai consiglieri di PDL e Lega di rassegnare le dimissioni con noi. Le nostre sono già nella disponibilità del capogruppo Pd. Non ci sfugge che comunque le opposizioni unite da sole non hanno i numeri sufficienti per far decadere il Consiglio. Per questo ci rivolgiamo alla Lega delle scope di Maroni e a quanti nel PDL soffrono una situazione sempre più intollerabile. Noi ci siamo. Battano un colpo, prendano anche loro l'iniziativa, non ripieghino in un assordante silenzio».

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