Unione Province d'Italia:
le 12 lombarde lasciano

Le Province lombarde escono dall'Upi (Unione delle Province d'Italia) perché «non si sentono più rappresentate: non si può portare avanti una difesa generalizzata delle Province, ignorando che l'efficienza in alcuni territori esiste già».

«Le 12 Province lombarde hanno deciso all'unanimità di uscire dall'Upi (Unione delle Province d'Italia) perché non si sentono più rappresentate da un'unione che continua a portare avanti ad oltranza una difesa generalizzata delle Province, ignorando che l'efficienza in alcuni territori, come in Lombardia, non solo esiste già ma dovrebbe essere incentivata e presa ad esempio».

Ad annunciarlo è il presidente dell'UPL (Unione Province Lombarde) e numero uno della Provincia di Sondrio, Massimo Sertori, a margine della consiglio direttivo straordinario che si è tenuto martedì mattina a Palazzo Pirelli proprio sul tema del riordino.

«La scelta di uscire dall'Upi – spiega Sertori - deriva principalmente dalle abissali differenze tra la spesa pro capite delle nostre Province e quelle del resto d'Italia. La nostra spesa media è pari a 100 euro contro i 200 del resto del Paese».

In Lombardia, quindi, l'esborso per i servizi è dimezzato, ma non è solo questo il motivo che ha spinto il direttivo Upl a deliberare l'uscita dall'Unione nazionale delle Province: «La battaglia sui tagli lineari operati dal governo sui cosiddetti costi intermedi delle Province - prosegue Sertori - deve necessariamente partire da un presupposto di fondo che, al momento, non è tenuto nella dovuta considerazione: i costi intermedi sono le risorse impiegate per garantire i servizi ai cittadini, come trasporto locale e manutenzione di scuole e strade e formazione professionale, e non comprendono invece le spese per il personale, che le Province lombarde, al contrario di molte altre, hanno già letteralmente abbattuto».

Una differenza sostanziale, a parere dell'Upl, che si unisce al fatto che «Regione Lombardia ha conferito ai nostri enti tantissime deleghe, molte di più rispetto a quelle di altre Province. Il prossimo passo - annuncia Sertori - sarà una riunione con le Province che ci sono vicine, non solo geograficamente ma anche in termini di efficienza e virtuosità. Siamo già in contatto con Veneto, Piemonte, Liguria ed estenderemo l'invito anche all'Emilia. Probabilmente riusciremo ad organizzare una riunione congiunta già nel corso della prossima settimana».

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