Forza Nuova a Osio Sotto
Tutto liscio, un gesto toccante

Domenica mattina 28 ottobre Osio Sotto si è svegliata sotto lo sguardo rassicurante di molti poliziotti e subito fra i cittadini è corsa una domanda: «Cosa ci fa la celere qui?». Presto detto: presidio di Forza Nuova. Ma non c'è stata tensione.

Domenica mattina 28 ottobre Osio Sotto si è svegliata sotto lo sguardo rassicurante di molti poliziotti e subito fra i cittadini è corsa una domanda: «Cosa ci fa la celere qui?». Presto detto: da alcune settimane, esponenti di Forza Nuova avevano chiesto il permesso per fare un presidio in piazza Papa Giovanni (la piazza centrale, sulla quale si affacciano il Comune e la Parrocchiale), un'iniziativa voluta dal gruppo per poter divulgare materiale politico e culturale.

Il sindaco osiense, Attilio Galbusera, forse memore dei recenti scompigli avvenuti in città, ha preferito agire con cautela concedendo sì il permesso, ma chiedendo alla questura un supporto a titolo cautelativo. La mattinata, complice probabilmente anche il brutto tempo che non ha invogliato la gente a fermarsi in piazza, se n'è andata liscia come olio, ma ha regalato comunque un momento di riflessione.

Silvio Fiabon - presidente dell'Anpi di Osio, osiense d'azione e trevigiano di nascita - ha voluto donare agli esponenti di Forza Nuova presenti in paese un libro davvero speciale. «In quel libro c'è la vita di una città, Treviso, ma soprattutto di una famiglia, la mia - racconta il signor Silvio senza nascondere la commozione, nonostante i decenni passati -. Ero poco più che ragazzino quando mia mamma è stata uccisa sotto il mio sguardo e quello di mia sorella, da un giovane fascista venuto a casa mia per prendere mio fratello partigiano».

«Quell'episodio ha sconvolto le nostre vite e ho voluto condividere i miei ricordi, il mio dolore e il mio profondo credo antifascista con questi ragazzi. Loro hanno accolto con molta cortesia il mio gesto ed ora spero lo leggano con la mente sgombra da idee e pregiudizi, perché il mio non è un racconto da storico, è vita vera».

In un periodo di profonda confusione politica, di contrapposizioni a volte pretestuose, aprire la porta di un dialogo apparentemente impossibile è un gesto di coraggio; così come è coraggioso accogliere pensieri e giudizi differenti dai propri.

Donina Zanoli

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