Febbre del gioco patologica?
Ne soffrono 20.000 bergamaschi

Provate a pensare che, ogni 100 persone che incontrate per la strada, almeno due soffrono di febbre del gioco patologica. Sono numeri che fanno meditare, a maggior ragione perché probabilmente sottostimati. Ora arrivano sei sportelli per curare i giocatori.

Provate a pensare che, ogni 100 persone che incontrate per la strada, almeno due soffrono di febbre del gioco patologica. Sono numeri che fanno meditare, a maggior ragione perché probabilmente sottostimati. Ora arrivano sei sportelli per curare i giocatori.

I numeri sono stati presentati in occasione della conferenza stampa, al Nuovo Albergo Popolare di via Carnovali, organizzata proprio per illustrare l'apertura di sei sportelli, distribuiti su tutto il territorio provinciale, città compresa.

Il progetto sperimentale, attivo fino al prossimo luglio, ha ottenuto un finanziamento regionale ed è stato presentato da Nap (Nuovo albergo popolare-Opera Bonomelli), Aga (Associazione genitori antidroga), Comunità Emmaus e Cooperativa sociale di Bessimo.

L'iniziativa è stata organizzata perché solo una piccolissima parte dei malati di gioco arriva a chiedere aiuto a servizi come quelli offerti dal Sert di Bergamo: poco più di 120 persone all'anno.

Ora l'offerta sarà più capillare e i «malati», o i loro familiari, potranno rivolgersi alle sedi di Pontirolo (telefono 0363/88894), Chiuduno (348/0685031), Bergamo e Bonate Sotto (331-8265299), Villa d'Almè e Bessimo di Darfo (320/1714719).

Gli sportelli offriranno un primo contatto, poi chi vuole liberarsi della febbre del gioco verrà avviato a percorsi e terapie di gruppo o individuali, con la partecipazione delle famiglie, con equipe di professionisti. Gli appuntamenti si possono fissare anche alla sera, o nel fine settimana.

Il progetto è sperimentale, ma se avrà successo potrà proseguire.

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