Negozi e uffici aperti a pranzo
L'idea: fare il continuato il giovedì

A Bergamo potrebbe essere il giovedì. Negozi e uffici pubblici aperti in un giorno feriale con orario continuato (9-17, si ipotizza) per andare incontro ai cittadini che vogliano fare acquisti, sbrigare pratiche o richiedere documenti nella pausa del pranzo.

A Pavia lo chiamano «il martedì del cittadino», a Como il mercoledì, a Bergamo potrebbe essere il giovedì. Negozi e uffici pubblici aperti in un giorno feriale con orario continuato (9-17, si ipotizza) per andare incontro ai cittadini che vogliano fare acquisti, sbrigare pratiche o richiedere documenti nella pausa del pranzo. Al progetto sta lavorando il vicesindaco Gianfranco Ceci, che è anche assessore ai Tempi e agli orari della città.

«Ne ho parlato con il prefetto – spiega il vicesindaco – il quale mi ha chiesto un progetto compiuto, con l'elenco dei soggetti interessati, che penso di poter presentare entro 30 giorni. L'idea dovrà essere messa a punto con le associazioni di categoria e gli enti pubblici, questi ultimi coordinati dalla prefettura. Nell'orario del pranzo, un giorno a settimana, vorremmo che rimanessero aperti non solo gli uffici comunali ma anche, per esempio, gli sportelli di Camera di commercio, Tribunale, Agenzia delle entrate e del territorio, Catasto e Asl». Compito del Comune sarà mettere in rete commercio ed enti pubblici («un lavoraccio» commenta Ceci), chiamati a far quadrare orari, carichi di lavoro e organizzazione del personale. «Per promuovere "Bergamo in orario", così vorremmo chiamare la giornata, chiederemo un finanziamento alla Regione destinato alla comunicazione e alla pubblicità del progetto. Questo è uno degli obiettivi di fine mandato che ci siamo posti come Giunta, contiamo di avviarlo nei prossimi mesi. A Como e Pavia la sperimentazione sta andando bene – conclude l'assessore –, esperienze di buone prassi al servizio del cittadino che vorremmo avviare anche nella nostra città».

Dalle associazioni dei commercianti bergamaschi piena disponibilità a sperimentare, ma con metodo. «A dieci mesi dalla liberalizzazione degli orari dei negozi, l'occasione potrebbe essere buona. Se concertata, ben venga – dice Oscar Fusini, vicedirettore di Ascom –, tenendo presente che estendere gli orari di apertura significa carichi di lavoro superiori e costi maggiori per i negozianti». Condivisione e coordinamento, le parole d'ordine invocate dai rappresentanti dei commercianti. «Alcuni negozi già rimangono aperti nell'orario del pranzo su base volontaria – continua Fusini – ma per un'apertura collettiva bisognerà coordinarsi». «Non ci tiriamo indietro – commenta Filippo Caselli, vicedirettore di Confesercenti –, si tratta di un servizio alla cittadinanza e poi in quella fascia oraria il centro è vissuto, quindi potrebbe essere una buona occasione per i negozianti, ma l'iniziativa va resa allettante proprio dal punto di vista commerciale e l'approccio deve essere integrato tra pubblico e privato».

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 5 novembre

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