Cuscino antidecubito innovativo
«Giova» è un'idea del Don Orione

Si chiama «Giova» ed è nato dall'esperienza di due esperti fisioterapisti bergamaschi, Gioacchino Vaccaro e Giorgio Faccà: è un cuscino innovativo che serve a prevenire le piaghe da decubito e che è totalmente «made in Bergamo».

È frutto della ricerca messa in campo dagli specialisti dell'assistenza del Don Orione e la sua commercializzazione finanzierà altri progetti di ricerca: sarà presentato oggi, sabato 10 novembre, alle 10 a tutte le aziende ospedaliere, cliniche, istituti di riabilitazione della città e della provincia di Bergamo nella nuovissima sede del Centro studi del Don Orione («Doces», direttore Bruno Sgherzi), e sabato prossimo a tutte le Residenze socioassistenziali per anziani (Rsa) orobiche.

Si chiama «Giova» ed è nato dall'esperienza di due esperti fisioterapisti bergamaschi, Gioacchino Vaccaro e Giorgio Faccà (che hanno lavorato sotto il coordinamento scientifico di Alberto Ponzoni), e dalle loro capacità inventive messe in campo al Don Orione per individuare strumenti per aiutare i malati cronici: è un cuscino innovativo che serve a prevenire le piaghe da decubito e che è totalmente, dall'idea alla realizzazione, «made in Bergamo».

«Ne siamo orgogliosi – evidenzia Bruno Sgherzi – . L'esigenza di un cuscino antidecubito che offrisse garanzie al paziente ma anche agli operatori, nel ridurre il rischio clinico, era molto sentita. Ci siamo riusciti, mettendo in campo anche il meglio della tecnologia applicata al socio sanitario, trovando un'azienda bergamasca, a Presezzo, unica in Italia a possedere la licenza per un tessuto avanzatissimo in grado di termoregolare la temperatura corporea con l'esposizione alla luce. Il cuscino, in più forme componibili, sa "memorizzare" le forme del singolo paziente, è lavabile, e ha igienizzanti attivi al suo interno. E, con il suo speciale tessuto, controlla la temperatura corporea del paziente. Non c'è niente di simile sul mercato. E in più la sua commercializzazione finanzia il Centro ricerche del Don Orione».

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