Trenord, il nuovo software
ha mandato in tilt i convogli

Una giornata da dimenticare per Trenord. Al netto delle vicissitudini giudiziarie del suo amministratore delegato Giuseppe Biesuz, anche martedì il nuovo sistema informatizzato di programmazione e gestione dei turni del personale è andato in tilt. COMMENTA SUL BLOG DE L'ECOLAB

Una giornata da dimenticare per Trenord. Al netto delle vicissitudini giudiziarie del suo amministratore delegato Giuseppe Biesuz , anche martedì il nuovo sistema informatizzato di programmazione e gestione dei turni del personale è andato in tilt. Entrato in funzione domenica in concomitanza con il nuovo orario invernale, ha creato solo problemi. In serie.

Il sistema dovrebbe gestire i turni dei ferrovieri, l'assegnazione dei servizi e la composizione dei treni, ma il software è andato in crisi praticamente da subito. I tecnici di Trenord sono al lavoro da lunedì alla ricerca di una soluzione, ma ieri è stato il caos: soprattutto nelle ore di punta. In serata decine di migliaia di pendolari sono rimasti bloccati alla stazione milanese di Cadorna: ritardi anche sulla linea per Bergamo via Carnate (30 minuti con punte di un'ora) e pure sulla via Carnate. I dati di Trenord parlano di 4 soppressioni sulla prima e 8 sulla seconda.

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«Il tabellone non si muove»
Ma i problemi sono cominciati già nella mattinata di lunedì, quando tutti i treni in transito da Lambrate hanno registrato almeno un quarto d'ora di ritardo: a Monza dalle 17,30 alle 19,15 non è passato nemmeno un treno direzione Bergamo, a fronte dei 3 previsti. Ovviamente quello delle 19,10 (in ritardo) era pieno all'inverosimile, segnala Debora Testa.
<+tondo>In serata è andata persino peggio, scrive Daniela Ubiali: «Non c'è un treno che non abbia almeno 60 minuti di ritardo. Il tabellone delle partenze non si muove di un millimetro». Ma qualche treno per Bergamo se la cava con una decina di minuti, seppure in un deserto totale di informazioni spiega Lucia Ruggiero, del Comitato pendolari bergamaschi.

Ieri mattina, poi, il valzer è ripreso: soppresso il regionale delle 7,37 da Paderno Robbiate per Milano, 7 minuti di ritardo per quello delle 7,22. E c'è chi a Verdello non ha trovato né il treno né tanto meno informazioni chiare sul da farsi. In serata poi, la teoria dei ritardi è ripresa, seppure contenuta rispetto al disastro di altre destinazioni del nodo di Milano.

Scoppia la bagarre politica
Trenord, dal canto suo, ha prima diffuso rassicurazioni su un lento ritorno alla normalità, salvo poi ripiegare in serata definendo la circolazione «fortemente perturbata».
Un mezzo disastro, insomma, con ovvie ripercussioni politiche: «I colpevoli di questa situazione si assumano le loro responsabilità: chi ha sbagliato paghi. I pendolari andavano avvisati già domenica quando sono iniziati i primi disagi. Invece non si è voluto affrontare tempestivamente il problema» tuona Legambiente.

«L'assessore Gilardoni ci dica cosa è successo e quali sono le misure che verranno attivate per ripristinare il servizio» chiedono i consiglieri regionali del Pd Maurizio Martina e Mario Barboni: «I pesanti ritardi occorsi tra ieri e oggi sulla linea Milano–Bergamo non possono essere giustificati da un problema al sistema informatico. Parliamo di ritardi tra i 40 e 50 minuti su un ordine di percorrenza di 50 km. Le scuse non bastano, bisogna fare chiarezza per rispetto di tutti i pendolari bergamaschi che hanno vissuto due giorni di pura passione».

E dalla Regione arriva poco dopo la replica: «Respingiamo nella maniera più netta le speculazioni di vari esponenti della sinistra che si sono prodotti in esercizi di strumentalizzazione dei gravi disagi dei pendolari a fini di propaganda politica». Stabilito questo «diciamo no agli sciacallaggi, no alle manovre per far dimenticare che mentre i tagli del Governo  hanno creato tagli di linee e di servizi ferroviari in altre regioni, anche del Nord, la Lombardia si è distinta per un incremento indiscutibile del numero di corse e di nuovi treni, per il miglioramento della pulizia e dell'indice di puntualità». COMMENTA SUL BLOG DE L'ECOLAB

Dino Nikpalj

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