Patto fra agricoltori e ambientalisti
«Una soluzione radicale per i cinghiali»

Coldiretti, Confagricoltura e Wwf hanno sottoscritto un protocollo per chiedere alla Provincia di Bergamo di trovare una soluzione radicale al problema dei cinghiali. "L'obiettivo - spiega Mario Zamboni, presidente Wwf Bergamo - è la convocazione di un tavolo di confronto".

Coldiretti, Confagricoltura e Wwf hanno sottoscritto un protocollo per chiedere alla Provincia di Bergamo di trovare una soluzione radicale al problema dei cinghiali. "L'obiettivo è chiaro - spiega Mario Zamboni, presidente del Comitato Wwf Bergamo -: chiediamo di convocare un tavolo di confronto".

"Per la prima volta -sottolinea Alberto Brivio, presidente della Coldiretti Bergamo - gli agricoltori sono al fianco degli ambientalisti per affrontare la questione dei cinghiali che riguarda non solo i terreni agricoli, ma la salvaguardia dell'ambiente". Emanuele Medolago Albani di Confagricoltura Bergamo evidenzia che "la soluzione è inderogabile, dopo anni in cui il problema si è acuito. L'appello è alle istituzioni che fino ad ora hanno adottato soluzioni dimostratesi inefficaci".

Il cinghiale è soprattutto diffuso nella fascia collinare e prealpina, in particolare nella zona dei Colli di San Fermo, dove maggiore è l'incidenza della fuga della popolazione dal territorio, che abbandonato vive il degrado.

"Il cinghiale - spiega Enzo Mauri, direttore della Riserva Naturale di Valpredina - non è un animale selvatico, è un ibridato immesso nell'ambiente dall'uomo in maniera scellerata".

Numerose le proposte formulate nelle quattro pagine del documento. "Innanzi tutto si chiede di avere a disposizione di tutti dati certi e trasparenti, da pubblicare sul sito della Provincia" che dovrebbe "disporre di una pianificazione a livello provinciale che definisca le aree di caccia e le densità sostenibili che potrebbero essere anche uguale a zero". A questo proposito Medolago Albini evidenzia che attualmente "le norme non vengono rispettate e i piani di abbattimento non eseguiti". Il tema "caccia" viene alla fine toccato, anche se le associazioni firmatarie del Protocollo non vogliono alzare i toni e creare tensione.

Nel documento presentato in Provincia emerge la responsabilità del mondo venatorio che non sembra voler giungere ad una soluzione radicale, "perché la Provincia anche nelle soluzioni che ha fino ad ora individuato si è sempre confrontata solo con il mondo venatorio".

Nel Protocollo si prevede di attribuire, nel caso in cui le squadre incaricate del prelievo, non lo portino a termine, "il risarcimento dei danni causati nell'area o settore di caccia al cinghiale che non abbia raggiunto almeno il 90% di prelievo totalmente a carico dell'Ambito di riferimento".

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