Pd, primarie con il mal di pancia
Il segretario Riva: «Niente correnti»

Lo scatto in avanti dei renziani ha causato un mal di pancia al Pd. La mossa di presentare in anticipo gli aspiranti candidati alle «parlamentarie» (Giorgio Gori e Mirosa Servidati) e il candidato al Consiglio regionale, Alessandro Frigeni non è stata digerita.

Lo scatto in avanti dei renziani pare abbia causato un mal di pancia al Pd. La mossa di presentare in anticipo gli aspiranti candidati alle «parlamentarie» (Giorgio Gori e Mirosa Servidati) e il candidato al Consiglio regionale, Alessandro Frigeni non è stata digerita da una parte dei democratici.

Gori, Servidati e Frigeni hanno spiegato le ragioni della loro discesa in campo e distillato pillole di programmi. «Mi auguro che la conferenza stampa non sia la legittimazione di corrent», commenta con diplomazia il segretario provinciale del Pd Gabriele Riva.

Sabato si dovrebbe comunque decidere la squadra che correrà alle primarie del 29 dicembre (tra città e provincia si attendono 42 mila votanti), per aspirare ai posti in Parlamento. I competitor bergamaschi potranno essere «al massimo il doppio dei posti assegnati». Tra i 7 e i 9 quelli che saranno inseriti nella lista regionale definitiva, unica per Camera e Senato (il primo bergamasco sarà al 4° posto su 43), circa tre quelli con possibilità di essere eletti. 

Roberto Bruni sta ancora pensando a una sua eventuale corsa, ma ammette «una forte perplessità». Altra questione aperta, gli uscenti: nel giro di 24 ore si saprà se il deputato Antonio Misiani, tesoriere nazionale del Pd, verrà inserito o meno nel listino bloccato di Pier Luigi Bersani. Il collega Giovanni Sanga, che potrebbe correre in tandem col capogruppo di Palafrizzoni Elena Carnevali, scioglie invece la riserva e si dice pronto a giocare la sfida dentro il Pd: «Se gli amici democratici riterranno utile la mia candidatura, io ci sono, pronto a fare la mia parte. Ma intendo condividere fino in fondo il percorso col Pd. Nell'assemblea della scorsa settimana ho ringraziato il partito per la straordinaria opportunità che mi ha dato di vivere questa esperienza e ho messo a disposizione il mio mandato».

Il senatore Mauro Ceruti, invece, parrebbe intenzionato a rinunciare un mandato bis, se non dovesse rientrare nella quota del 10% del segretario nazionale. Sabato alle 14,30 si pronuncerà la segreteria provinciale e alle 16 la direzione che dirà la penultima parola sulla squadra, visto che poi la palla passa nel campo del regionale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA