Bus e nuovo ospedale
I disabili: fermate lontane

I bus restano nell'occhio del ciclone, per le conseguenze delle modifiche apportate dall'Atb ad alcune linee in coincidenza con l'apertura del nuovo ospedale. Nuovo fronte del malcontento, le persone con difficoltà motorie.

I bus restano nell'occhio del ciclone, per le conseguenze delle modifiche apportate dall'Atb ad alcune linee in coincidenza con l'apertura del nuovo ospedale. Dopo i problemi segnalati sugli spostamenti a piedi degli studenti e quelli relativi alle difficoltà lamentate per raggiungere le piscine Italcementi, si apre un nuovo fronte di malcontento, che vede protagoniste le persone con difficoltà motorie.

A tale proposito riportiamo la segnalazione di un disabile giunta in redazione. «Come risulta in un apposito link, cliccabile nel sito dell'Atb – dice la nota – il capolinea del nuovo ospedale, con riferimento alle fermate 765 e 766, non è accessibile a chi si muove su una sedia a rotelle. Per cui un disabile che intende servirsi dei mezzi pubblici per recarsi al Giovanni XXIII si vede costretto a utilizzare solo le fermate in prossimità della Motorizzazione civile, che sono abbastanza lontane».

A questo si aggiunga, secondo l'Anmic, che «i parcheggi per i disabili sono troppo distanti in quanto sorgono a circa 200 metri dalla struttura e per di più scoperti, cosa che rende l'accesso in carrozzella ancora più difficoltoso in caso di maltempo. Inoltre abbiamo fatto notare che l'ingresso del nosocomio è contrassegnato da un materiale altamente scivoloso che crea ulteriori problemi a chi già ne ha».

«Tornando ai bus – aggiunge il presidente dell'Anmic – non tutti sono forniti di una pedana per le sedie a rotelle e a volte l'autista dice che non funziona. Diciamo piuttosto che questo tipo di servizio comporta un surplus di prestazioni: il manufatto va estratto a mano e per farlo il guidatore deve scendere e indossare i guanti».

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 10 gennaio

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