La Curia scrive ai candidati:
custodite l'etica nei comportamenti

«A voi candidati chiediamo di custodire l'etica nei comportamenti e nelle motivazioni che vi hanno spinto lodevolmente a dare la vostra disponibilità». È uno dei passaggi chiave della lettera che la Curia Diocesana ha inviato ai candidati bergamaschi.

«Negli ultimi mesi, accanto all'erosione della credibilità dei partiti, si è colta una ripresa del gusto e dell'entusiasmo nell'impegno alla partecipazione politica. Sempre più la frontiera della politica è tra la democrazia e il populismo, alimentato da una esasperata personalizzazione e visibilità mediatica, che spesso va a sostituirsi alla tradizionale opposizione tra destra e sinistra e semplifica pericolosamente e demagogicamente la complessità dei problemi. A voi candidati allora chiediamo anzitutto di custodire l'etica nei comportamenti e nelle motivazioni che vi hanno spinto lodevolmente a dare la vostra disponibilità».

È uno dei passaggi chiave della lettera che gli Uffici della Curia Diocesana ha inviato ai candidati bergamaschi alle imminenti elezioni regionali e nazionali, unitamente a un altro documento sul ruolo dei cattolici alle prossime consultazioni elettorali.

La lettera aperta è rivolta ai candidati alle prossime elezioni del Consiglio Regionale o del Parlamento italiano «come espressione della nostra terra di Bergamo. Il Papa Paolo VI affermava che “la politica è una maniera esigente di vivere l'impegno cristiano al servizio degli altri” (Octogesima Adveniens, n. 46). A voi che vi siete candidati – e in modo particolare ai credenti –, ricordiamo che oggi più che mai si “debba accettare il rischio della carità politica, sottoposta per sua natura alla lacerazione delle scelte difficili, alla fatica delle decisioni non da tutti comprese, al disturbo delle contraddizioni e delle conflittualità sistematiche, al margine sempre più largo dell'errore costantemente in agguato” (Tonino Bello, 27.02.87). La scelta di candidarvi deve essere scelta di servizio alla comunità».

«Come ha detto il nostro Vescovo Francesco - prosegue - , “il cattolicesimo lombardo ha una storia che arriva da molto lontano e un'originalità rispetto al cattolicesimo italiano ed europeo. Qui la fede è generata da valori capaci di dare forma a realtà concrete: la considerazione delle persone, l'importanza della famiglia, la capacità di assumersi responsabilità in prima persona, imprese di solidarietà alte, imprese economiche evolute” (L'Eco di Bergamo, 24.12.12). Nell'attuale fase di scomposizione e ricomposizione del quadro politico, i cattolici, come ha ribadito più volte il Vescovo di Bergamo, più che guardare alle appartenenze politiche – pure necessarie – devono mettere al centro i temi del futuro, del proprio territorio, sia locale che nazionale».

«Sono i contenuti e non i contenitori a determinare la validità delle proposte - si legge ancora nella lettera della Curia Diocesana - . L'impegno in politica, come una delle espressioni più alte della carità, ha come fine ultimo la costruzione delle migliori condizioni di sviluppo del ben-essere per le famiglie e per le comunità, ma soprattutto la possibilità di un futuro di vita buona per tutti i cittadini, in particolar modo per coloro che si trovano a fare i conti con disagi e fragilità. Il nostro sguardo è rivolto soprattutto alla tutela delle persone e delle famiglie che con più fatica raggiungono le condizioni di una vita dignitosa».

«Da tutti, ma dai cattolici in particolare - si sottolinea nella lettera - , ci si attende l'esercizio della responsabilità e il dovere di un impegno a servizio della buona politica: che siate realmente esemplari nel rigore morale, attenti alla gente, professionali, capaci di rifiutare ogni forma di corruzione, e di anteporre il bene comune ai propri legittimi interessi di parte».

La lettera aperta si chiude utilizzando le parole di Papa Giovanni XXIII nella Enciclica Pacem in terris, indirizzate ai politici, come “A tutti gli uomini di buona volontà spetta un compito immenso: il compito di ricomporre i rapporti della convivenza nella verità, nella giustizia, nell'amore, nella libertà: i rapporti della convivenza tra i singoli esseri umani; fra i cittadini e le rispettive comunità politiche; fra le stesse comunità politiche; fra individui, famiglie, corpi intermedi e comunità politiche da una parte e dall'altra la comunità mondiale. Compito nobilissimo quale è quello di attuare la vera pace nell'ordine stabilito da Dio”.

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