Modello Glasgow per Bergamo 2019
Olivares guida un team internazionale

Bergamo guarda al modello Glasgow, una delle prime capitali europee della cultura (correva l'anno 1990), riuscita nell'impresa di trasformarsi da città a vocazione industriale in polo culturale e artistico di respiro internazionale.

Bergamo guarda al modello Glasgow, una delle prime capitali europee della cultura (correva l'anno 1990), riuscita nell'impresa di trasformarsi da città a vocazione industriale in polo culturale e artistico di respiro internazionale.

È proprio intorno al tema del lavoro e dell'industria che si svilupperà il progetto di Federica Olivares e della Lordculture, incaricati dal comitato promotore di redigere il dossier per la candidatura di Bergamo a Capitale europea della Cultura 2019. Esperta di economia, consulente del Comune di Milano per il rilancio della cultura in vista di Expo 2015, docente di «Ideazione degli eventi» all'Università Cattolica di Milano, Federica Olivares collabora da tempo con la Lordculture, agenzia internazionale che ha curato progetti per alcuni dei maggiori musei del mondo (dagli Stati Uniti all'Asia) e ha indicato la via da percorrere alle capitali culturali Glasgow e Poznan.

«Il percorso è tracciato - commenta Claudia Sartirani, assessore alla Cultura del Comune di Bergamo -. Il team internazionale procederà d'intesa con lo staff locale, che ha messo a punto il pre-dossier della candidatura. Da oggi ci dedicheremo a tessere reti e relazioni e a sensibilizzare il territorio».

La nuova squadra di consulenti - la presentazione giovedì alle 12,30 a Palazzo Frizzoni - sarebbe già entrata in azione per conoscere la realtà locale e studiare un progetto centrato sulla cultura del lavoro. In questi giorni vengono presi i primi contatti con le principali industrie della Bergamasca, visitati siti e possibili location per gli eventi del 2019.

«La scelta fatta dal comitato - fanno sapere dall'Università di Bergamo - ha confermato la nostra idea che la candidatura è un'operazione che va concertata interagendo tra enti territoriali secondo una visione europea, come d'altronde richiesto dal bando. Contiamo sul fatto che un team di professionisti, che ha già fatto vincere altre città, possa dare alla candidatura di Bergamo una connotazione europea».

E adesso entra nel vivo anche la ricerca di sponsor, pronti a sostenere finanziariamente la candidatura. Il presidente della Provincia Ettore Pirovano - che fa parte del comitato promotore insieme ai rappresentanti di Regione, Comune, Diocesi, Università e Camera di Commercio - ieri ha fatto un appello a margine della Giunta di Via Tasso. «Il budget di poco più di 700 mila euro previsto per i primi due anni basterà per stendere il progetto a sostegno della candidatura, ma servono altri soldi per andare avanti. Bergamo può vincere, a patto che trovi nuove risorse. È arrivato il momento di rivolgersi alle imprese. Anche se non vincessimo, partecipare al bando ed entrare nella short list ci consentirebbe comunque di promuovere il territorio. La Provincia è sul lastrico; tra tagli, patto di stabilità e futuro incerto non possiamo dare grandi aiuti economici - ha concluso Pirovano - ma l'occasione è da non perdere e noi faremo il possibile».

I soldi sinora stanziati serviranno a pagare i nuovi consulenti e il lavoro preparatorio del dossier che dovrà essere presentato a settembre. Ma il cammino verso il 2019 è lungo e non basta crederci per spianare la strada verso la candidatura. «Mantova e Matera, nostre dirette concorrenti, - commenta Pirovano - si stanno già muovendo per far conoscere le iniziative in programma, non possiamo perdere tempo». Un appello analogo si era levato dall'Ateneo di scienze, lettere e arti pochi giorni fa. Le prime risposte potrebbero arrivare già giovedì.

Camilla Bianchi

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