Grillo come Bossi 20 anni fa?
Le analogie non mancano...

Li accomuna un modo «fisico» di fare politica, il comizio è quasi un corpo a corpo con l'uditore-spettatore, la mimica e la gestualità esprimono il non verbale. Ed è la stessa parola a farsi «corposa», aggressiva e pastosa, contundente.

Chissà che direbbe Lombroso. Non perché i due siano dei tipi sospetti - anche se entrambi si muovono spesso sul crinale del lecito e del fair play - ma perché hanno fatto della fisognomica un biglietto da visita. Li accomuna un modo «fisico» di fare politica, il comizio è quasi un corpo a corpo con l'uditore-spettatore, la mimica e la gestualità esprimono il non verbale. Ed è la stessa parola a farsi «corposa», aggressiva e pastosa, contundente.

Il primo Umberto Bossi, quello del «celodurismo», e il nuovo Beppe Grillo, quello che scafandrato si fa rincorrere dai media sulla spiaggia di Bibbona. Perché anche il look è marketing. La canottiera postfordista del perito di Cassano Magnago e il jeans-giubbotto da camallo del ragioniere del quartiere San Fruttuoso di Genova.

E la location si fa set: il camion di frutta (se lo ricordano ancora a Villongo nei primi Anni Novanta) per il Senatùr - con l'elettrotecnico di Pontida che rimembra le 100 mila lire messe di tasca propria per comprare l'occhio di bue per illuminare il Capo - e l'Apecar operaia per il mattatore genovese, vissuto in camper a «pane, prosciutto e pecorino», donati dai supporter durante la campagna elettorale.

Parallelo ardito? Ad azzardarlo è stato l'ex Guardasigilli Roberto Castelli, che senza imbarazzi ha riconosciuto «tantissime analogie tra il passato della Lega e il presente dei grillini: mi ricordano quello che eravamo, compreso l'atteggiamento un po' naif che fa storcere il naso a tutti gli altri».

Ma altri non sono d'accordo.

Leggi di più su L'Eco in edicola mercoledì 13 marzo

© RIPRODUZIONE RISERVATA