Il Tar boccia il sexy shop
No al distributore automatico

Le attività di vendita di materiale erotico o pornografico devono trovarsi a una distanza minima di 400 metri dai luoghi sensibili. Lo ha deciso il Tar di Brescia pronunciandosi sul ricorso presentato dalla Red Passion srl (un sexy shop automatico).

Le attività di vendita di materiale erotico o pornografico devono trovarsi a una distanza minima di 400 metri dai luoghi sensibili. Lo ha deciso il Tar di Brescia pronunciandosi sul ricorso presentato dalla Red Passion srl (un sexy shop automatico) per «l'annullamento previa sospensione» della delibera consiliare sulla «valorizzazione del commercio negli ambiti del tessuto urbano consolidato», meglio noto come «legge anti-kebab».

Il Tar ha accolto in parte la domanda cautelare del titolare dell'attività, mettendo in discussione i dispositivi del regolamento che limitano l'apertura di determinate attività economiche, ma ha ritenuto adeguata la «previsione ostativa della distanza minima di 400 metri dai luoghi sensibili» inserita nella delibera stessa.

Quindi, nel concreto, «non consente al negozio di aprire – ha rilevato l'assessore alle Attività produttive Enrica Foppa Pedretti – perché sarebbe a poca distanza da piazza Sant'Anna, dove si trova la chiesa».

L'ordinanza del Tar (l'udienza sarà nel 2014) è pertanto letta positivamente dal Palazzo Frizzoni: «Nelle intenzioni politiche del regolamento – prosegue Foppa Pedretti – c'era la necessità di tutelare i cittadini rispetto ad attività ben definite, che possono creare situazioni patologiche, e parlo anche delle sale giochi, le cui autorizzazioni sono in capo alla Questura, e che sono in fortissima espansione».

Però il rischio per il Comune è che, davanti a questo pronunciamento del Tribunale, altre attività commerciali presentino ricorso contro le limitazioni imposte dal regolamento comunale.

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