Mirko, il primo bimbo rapito
Ecco Panattoni, 40 anni dopo

di Franco Cattaneo
Bergamo, allora un po' compassata e ancora lontana dalle trasgressioni, perde l'innocenza la mattina di un lunedì di 40 anni fa. Era il 21 maggio 1973. «Hanno rapito Mirko» diceva il tam-tam mattutino di radio e tv
Intervista a Mirko Panattoni su L'Eco di Bergamo

di Franco Cattaneo

Bergamo, allora un po' compassata e ancora lontana dalle trasgressioni, perde l'innocenza la mattina di un lunedì di 40 anni fa. Era il 21 maggio 1973. «Hanno rapito Mirko» diceva il tam-tam mattutino di radio e tv che, con i giornali, componevano il triangolo informativo dell'epoca. Mirko Panattoni, un bimbo di 7 anni, portato via nel nulla da due banditi appena fuori dalla «Marianna», il ristorante di famiglia, mentre andava a scuola.

Il primo kidnapping a scopo di estorsione in Italia. Un innocente, un reato inedito e difficilmente gestibile, una città con il cuore sconvolto. Una tragedia umana, individuale e collettiva che il Mirko di oggi (ieri con quei riccioli che erano l'icona di un'infanzia violentata e ora una semplice testimonianza anagrafica appena spruzzata di bianco) osserva con sereno distacco.

Il termine rapimento rimandava a qualcosa di lontano e quindi ad una piaga già rimossa in partenza, ma anche ad una crudeltà smisurata e persino esagerata, fuori dagli standard di una realtà malavitosa incattivita ma riconoscibile nel suo essere ordinaria. La liaison cronachistica rinviava alla Sardegna, per quanto c'era qualche segnale di un insediamento al Nord dell'Anonima sequestri, termine che diverrà d'uso corrente.

È così che, suo malgrado, Bergamo si scopre terra di rapimenti: quello di Mirko sarà infatti il primo di una dolorosa serie nella Bergamasca. Un dramma, una lunga attesa a tre livelli: la famiglia, gli inquirenti, la tribù dei giornalisti.

Leggi di più su L'Eco di Bergamo in edicola, con un'intervista a Mirko Panattoni

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