Borgo Palazzo: il mondo in 3 km
Immigrati di 64 Nazioni diverse

Gli amici di piazza Sant'Anna lo chiamano Bumbu, ma il suo nome di battesimo è George Namo. Viene dal Ghana e insieme ad altri 1.099 residenti stranieri di via Borgo Palazzo compone quel 30,6% di immigrati che vivono nella via (su un totale di 3.597).

Gli amici di piazza Sant'Anna lo chiamano Bumbu, ma il suo nome di battesimo è George Namo. Viene dal Ghana e insieme ad altri 1.099 residenti stranieri di via Borgo Palazzo compone quel 30,6% di immigrati che vivono nella via (su un totale di 3.597).

Ma oltre ad alzare la percentuale di stranieri, Bumbu rappresenta una delle 64 nazionalità che convivono nel borgo ormai multietnico. Proprio così, in una via lunga 3 chilometri sono concentrate oltre un terzo delle nazioni del mondo (delle 193 riconosciute ufficialmente dalle Nazioni Unite), in una situazione non sempre facile, ma che ha reso la via un caso unico in città.

I dati raccolti dall'ufficio Anagrafe del Comune di Bergamo raccontano un borgo storico che oggi veste gli abiti di quello che gli anglofoni amano chiamare «melting pot», una mescolanza di popoli. Passando per piazza Sant'Anna si ha solo un assaggio delle tante realtà che lo vivono.

«È da 12 anni che vivo e lavoro a Bergamo come addetto alle pulizie, mi sono trovato subito bene - racconta George Namo, seduto su una panchina accanto all'amico Romano Gasparini e il cane Leo -. Sto bene con i bergamaschi, sono duri come il legno, ma sono davvero brave persone. Mi piace anche la loro cucina, di domenica ormai mangio polenta, coniglio e gorgonzola. Non me ne andrei più da Bergamo, peccato che manca un po' il lavoro, la cosa più importante».

«Tra un po' lo facciamo sindaco - scherza Romano Gasparini -. Bumbu ormai è un amico, viene qui in piazzetta a fare due chiacchiere, mangiamo insieme. Non mi interessa di che colore si ha la pelle, l'importante è che ci sia tranquillità e rispetto. Spesso capita che i problemi li creino anche i bergamaschi, in generale la convivenza con gli stranieri funziona bene».

Leggi le due pagine dedicate all'argomento su L'Eco di martedì 4 giugno

© RIPRODUZIONE RISERVATA