«Mamma, se non torno
manda qualcuno da lui»

«Se entro tre mesi non rientro, manda qualcuno da Fabio». Prima di partire il 26 maggio 2008 per il Brasile Michele Maggiore, il trentaquattrenne di Verdellino di cui i suoi familiari non hanno notizie da cinque anni, si è rivolto così alla madre Clara Ambrosio.

«Se entro tre mesi non rientro, manda qualcuno da Fabio». Prima di partire il 26 maggio 2008 per il Brasile Michele Maggiore, il trentaquattrenne di Verdellino di cui i suoi familiari non hanno notizie da cinque anni, si è rivolto così alla madre Clara Ambrosio.

Quel Fabio a cui aveva fatto cenno è Fabio Bertola, una delle tre persone arrestate giovedì mattina perché considerate mandanti dell'omicidio di Roberto Puppo, il quarantaduenne di Osio Sotto ucciso in Brasile nel novembre 2010. Bertola quindi conosceva sia Puppo sia Maggiore e entrambi risulta che avessero deciso di recarsi in Brasile su suo consiglio.

Secondo quanto ricostruito dalla Procura, a Puppo Bertola aveva detto che nel Paese sudamericano avrebbe trovato un lavoro remunerativo. A Maggiore invece, a quanto riferiscono i suoi familiari, Bertola aveva procurato un lavoro nella costruzione di un asilo che sarebbe dovuto durare tre mesi.

Tutte similitudini che alla mamma di Michele Maggiore non possono che fare crescere il timore per la sorte del figlio. E poi c'è quella frase, inquietante: «Sono cinque anni che ci penso - afferma -. Perché prima di partire mi ha ha detto: se entro tre mesi io non rientro manda qualcuno, chi vuoi, da Fabio. Temeva forse qualcosa?».

Clara Ambrosio dopo quattro mesi dalla partenza di suo figlio per il Brasile passati senza avere sue notizie, aveva presentato denuncia ai carabinieri. E in questa denuncia aveva parlato della frase che suo figlio le aveva detto prima di partire. Come aveva riferito anche dei debiti che Michele aveva con Bertola. I due lavoravano assieme: «Ai tempi Bertola aveva a Verdellino un'agenzia di compravendita di case - racconta - e trovava anche dei lavori per mio figlio che faceva l'imbianchino». Qualcosa però poi era andato storto e Maggiore aveva iniziato a accumulare dei debiti con Bertola.

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