Caravaggio perde la causa
dovrà pagare 632 mila euro

Il Comune di Caravaggio ha perso la causa contro la cooperativa Nuova Bramante e dovrà sborsare 632 mila euro. La condanna è arrivata dalla Corte d'Appello di Brescia per il mancato rispetto della convenzione stipulata nel 1979 con la cooperativa per la realizzazione in via Cantù di alloggi di edilizia economica popolare.

Si tratta quindi di un debito che viene da lontano, capitato in un momento già difficile per le casse comunali. L'assessore al Bilancio Mario Farina è comunque già al lavoro per individuare la modalità migliore attraverso cui recuperare le risorse economiche necessarie.

Fortunatamente è stata concessa una rateizzazione: il 50% dei 632 mila euro dovrà essere pagato entro il 31 gennaio 2010, il restante entro il 31 gennaio 2011.

La vicenda, dicevamo, risale al 1979 quando il Comune, dietro il pagamento a rate di 48 milioni di lire, concesse in diritto di superficie alla cooperativa Nuova Bramante un'area di 2400 metri quadri per la costruzione di 18 alloggi di edilizia economica popolare.

Nella convenzione stipulata era previsto che, se la cooperativa avesse mancato di pagare al Comune una sola rata, la concessione del diritto di superficie sarebbe decaduta. Ciò accadde nel 1983. Il Comune però, come era sua obbligo, non rimborsò la cooperativa del costo delle abitazioni che nel frattempo aveva iniziato a costruire.

Nel 1988 arrivò anche il fallimento della cooperativa e così prese in mano la situazione il curatore fallimentare che chiamò in giudizio il Comune. La sentenza è arrivata nel 2006: il tribunale di Bergamo ha condannato Caravaggio a pagare 357 mila euro. Immediato il ricorso alla Corte d'Appello di Brescia che ha ridotto la cifra a 262 mila euro ai quali però devono essere aggiunti 301 mila euro di interessi (dal 1988 al 2010) e le spese giudiziarie. In tutto quindi 632 mila euro.

«Il fatto più negativo di questa vicenda - ha affermato il sindaco Giuseppe Prevedini - è che dopo aver sborsato questa importante cifra non saremo padroni di nulla». Fatta eccezione ovviamente per l'area sulla quale sorgono le abitazioni comunque poi completate e vendute.

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