L'errore di un macchinista
nello scontro tra i due treni

«E' uno dei migliori che abbiamo. Ma adesso è completamente distrutto». È questa la testimonianza raccolta fra il personale delle ferrovie “LeNord” a proposito del macchinista che giovedì 5 novembre avrebbe commesso un errore dando il via alla catena di eventi che ha portato allo scontro frontale fra due treni a Vello di Marone e al ferimento di undici persone, tutte fortunatamente non gravi e ormai fuori pericolo.

«E' un macchinista esperto, scrupoloso e attento in ogni momento del suo lavoro» aggiungono i colleghi che giovedì per tutto il giorno hanno cercato di fargli superare lo shock per quanto accaduto. Il macchinista risiede in alta Vallecamonica ed è stato ascoltato dalla Polizia ferroviaria che sta ricostruendo la dinamica dello scontro che si è verificato alle 7,42 sui binari della linea Edolo Iseo Brescia: la sua testimonianza servirà al pubblico ministero Claudia Moregola della Procura di Brescia per capire come procedere nell'inchiesta aperta contro ignoti e con l'ipotesi di reato di disastro colposo.

In base a quel che si è potuto ricostruire finora, il macchinista camuno era alla guida di un locomotore merci che, partito da Brescia, doveva raggiungere Capo di Ponte. In stazione a Marone doveva però aspettare l'incrocio con il treno passeggeri che era partito da Breno alle 6,51 in direzione di Brescia. Una volta arrivato a Marone, il macchinista del locomotore merci sarebbe uscito dalla cabina di guida e sarebbe poi sceso dal treno in attesa di riprendere il viaggio verso la valle.

Nonostante la sua assenza, il locomotore, che era rimasto acceso, si è messo in moto immettendosi sull'unico binario che collega Marone a Pisogne, lo stesso binario che in direzione inverda stava utilizzando il treno passeggeri che scendeva verso Brescia. Il locomotore merci ha quindi percorso circa un chilometro acquistando sempre maggiore velocità: il punto dell'impatto fra i due treni è ad una quota inferiore rispetto a quella della stazione di Marone.

L'impatto con l'altro treno è poi avvenuto sul rettilineo di Vello e si presume che il locomotore merci viaggiasse ad oltre cinquanta chilometri all'ora. Il treno passeggeri era guidato invece dal giovane macchinista di Pisogne Nicola Ricci, conosciuto anche nell'Alto Sebino bergamasco per il suo impegno come dirigente sportivo per le squadre di calcio di Pianico e di Endine Gaiano.

«Sembrava che ci stesse venendo addosso una montagna - ha raccontato Ricci - ed ero convinto che prima o poi si sarebbe fermato. E invece niente: continuava a viaggiare verso il nostro treno senza darci la possibilità di fuggire». Ricci, vedendo quel che stava capitando, ha azionato il freno di emergenza del suo treno riuscendo a bloccarlo.

Mario Manessi, il capotreno e controllore dei biglietti che era con lui, nel frattempo è corso nelle carrozze dei passeggeri urlando loro di aggrapparsi ai braccioli delle sedie. Le ferrovie “LeNord” hanno riconosciuto che soltanto grazie alla prontezza e alla presenza di spirito di Ricci e Manessi si è potuto evitare il peggio.

Le stesse ferrovie “LeNord” hanno aperto un'inchiesta interna che finora ha accertato l'errore umano ma che deve ancora sciogliere un dubbio: come mai non sono entrati in funzione i dispositivi di sicurezza presenti sui treni? In particolare si dovrà accertare come mai il cosiddetto “uomo morto”, un congegno che dovrebbe impedire ad un treno di avanzare in caso di assenza del macchinista, non abbia frenato il locomotore merci.

Negli ultimi anni la linea Edolo-Iseo-Brescia delle Nord è stata sottoposta ad una serie di interventi per migliorarne la sicurezza: sono stati investiti circa cento milioni di euro e quest'estate sono entrati in funzione nuovi treni.

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