Ammalarsi di lavoro, è allarme
137 morti il bilancio di 4 anni

Fanno meno notizia delle morti bianche, ma non sono meno gravi poiché possono provocare danni permanenti e portare anche al decesso. Sono le malattie professionali che, anche nella provincia di Bergamo, ogni anno colpiscono moltissimi lavoratori.

Fanno meno notizia delle morti bianche, ma non sono meno gravi poiché possono provocare danni permanenti e portare anche al decesso. Sono le malattie professionali che, anche nella provincia di Bergamo, ogni anno colpiscono moltissimi lavoratori. Dal 2008 al 2012 sono stati 4.837 i casi denunciati, di questi 137 hanno portato alla morte, 1.709 a invalidità permanente (89 invece gli infortuni mortali).

I dati, elaborati da Enzo Mologni della Cgil provinciale (verranno illustrati lunedì 31 marzo nel convegno «Passione politica e impegno scientifico In memoria di Piero Asperti» al liceo Mascheroni) evidenziano una serie di fenomeni: «Una diminuzione della sordità, ma una crescita delle malattie dell’apparato muscolo-scheletrico e costanza dei tumori professionali». La normativa per l’indennizzo, inoltre, necessiterebbe di migliorie «poiché - sostiene Gianpiero Cassina, consulente medico Inca-Cgil di Bergamo - l’attuale sistema di valutazione crea evidenti disparità».

«Le malattie professionali - commenta Mologni - molte delle quali con tempi di latenza lunghi, sono assenti dall’immaginario collettivo e dai media, a differenza degli infortuni che hanno un impatto mediatico forte per via delle loro conseguenze immediate». I dati dimostrano, invece, la dimensione del fenomeno: dal 2008 al 2010 sono stati denunciati nella Bergamasca 4.837 casi. Di questi 1.709 sono invalidità permanenti (35,83%), 137 decessi (a fronte di 89 infortuni mortali).

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