«Ciaspole, valorizzare le differenze
creando regole di convivenza»

Giovedì Tommaso Bresciani, 31 anni, di Bergamo, ha letto l’articolo «Fermati o multati sulle ciaspole Proteste del Cai: meno rigidità». L’ha trovato «molto interessante» ed ha notato che i commenti sul web sono stati molti. A sua volta ne ha scritto uno.

Giovedì Tommaso Bresciani, 31 anni, di Bergamo, ha letto l’articolo «Fermati o multati sulle ciaspole Proteste del Cai: meno rigidità». L’ha trovato «molto interessante» ed hoanotato che i commenti sul web sono stati molti. A sua volta ha scritto un commento per continuare ad alimentare il dibattito. Eccolo.

«Buongiorno a tutti, leggendo i vostri commenti ho notato un po’ di rigidità da entrambe le parti.

Vorrei condividere con voi i miei pensieri riguardo questa tematica.

Prima di tutto escludo dall’argomento le entità Carabinieri e CAI perchè preferisco che ci si focalizzi sull’evento invece che su chi ha fatto rispettare le regole e chi come noi esprime il proprio parere.

Se ci sono delle regole che stabiliscono che persone a piedi, ciaspole o scialpinisti non possono transitare sulle piste sono d’accordo che queste azioni vengano multate. Sono però anche orientato verso il concetto di buonsenso ed interpretazione, perché a volte le situazioni cambiano e/o le leggi non riescono a descrivere bene alcuni contesti. Da ciò ne deriva che le leggi si evolvono nel tempo: quelle di oggi non sono le stesse di 100 anni fa (pro e contro...).

Negli ultimi anni è aumentato drasticamente il numero di ciaspolatori / scialpinisti e ciò ha fatto sì che un comportamento scorretto di pochi abbia danneggiato l’immagine dell’intero gruppo.

Dal punto di vista dello sciatore trovo ininfluente la presenza o meno di una persona a lato pista, a prescindere che sia esperto o principiante. Le piste sono spesso larghe e trovo che ci sia spazio per tutti.

Nel caso di una persona invece che procede in mezzo alla pista reputo giusto una sanzione perchè può creare fastidio. Riguardo alla pericolosità mi viene difficile giudicare pericolosa una persona in pista e non pericoloso uno sciatore fermo nello stesso punto... A parte i principianti trovo che uno sciatore dovrebbe comunque regolare la sua velocità in base alle proprie capacità.

Dal punto di vista della società impianti non credo sarei contento se persone che non hanno pagato il giornaliero usufruiscano del servizio della pista battuta. Alcuni lo permettono, altri no. Ci sono località sciistiche che hanno addirittura dei percorsi battuti e gratuiti per ciaspolatori in modo da rendere più accessibile lo sport. Magari potrebbe essere equo fare pagare un biglietto ridotto per uso pista (sempre rispettando di stare ai lati), come per lo sci da fondo.

Dal punto di vista dell’escursionista e dello scialpinista trovo strano che possa venire vietato il percorrimento dei sentieri estivi o altri cammini solo perchè d’inverno quello spazio è in gestione alle società impianti. Inoltre per lo scialpinista il percorrere tracciati “in pista” a volte è una scelta dettata dal pericolo valanghe troppo elevato nei percorsi scialpinistici standard. Ho notato però che a volte chi risale le piste non stia bene a lato e trovo che questo comportamento sia irrispettoso di chi scende in pista.

In conclusione spero che in futuro le leggi saranno adattate per tentare di venire incontro alle esigenze di tutti evitando comportamenti di esclusione tra categorie diverse ma valorizzando le differenze e creando regole di “convivenza”. Ci si può divertire insieme rispettandosi anche condividendo le stesse risorse!».

Tommaso Bresciani

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