Cisl, il (mezzo) «mea culpa» di Petteni
«Noi non siamo il centro del mondo»

Il segretario regionale della Cisl: «Coi lunghi anni della concertazione una parte di sindacalisti si è montata la testa e ancora oggi pensa che tutto debba passare dal sindacato. Diamoci una mossa: serve un sindacato che studia di più e che propone di più».

Qualcosa a metà tra un mea culpa e un atto d’accusa alla categoria. Gigi Petteni, segretario regionale della Cisl, «Il sindacato si ripensi profondamente e torni a valorizzare il tanto e profondo lavoro che ogni giorno delegati e sindacalisti portano avanti nei luoghi di lavoro».

«Tante volte sono costretti a compiere scelte difensive, dovute alla difficile situazione economica, ma altre volte molto innovative. Coi lunghi anni della concertazione una parte di sindacalisti si è montata la testa e ancora oggi pensa che tutto debba passare dal sindacato. Noi non siamo il centro del mondo e chi ce lo ricorda ci fa solo del bene»

Il segretario generale della Cisl lombarda ha poi sottolineato che il sindacato rappresenta «una parte» e «deve farlo bene, partendo dalle esigenze reali». Secondo Petteni: «I sindacalisti che fanno i sofisticati su 80 euro mensili stanno troppo bene, non sanno più come si vive a 1200 euro al mese, magari in affitto e con un figlio disoccupato. Diamoci una mossa: serve un sindacato che studia di più e che propone di più».

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