Colognola, l’aeroporto e la sentenza
«Ora il Comune riveda le sue scelte»

L’Associazione «Colognola per il suo futuro» comunica che il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso inoltrato da Enac e Sacbo contro l’annullamento della zonizzazione acustica aeroportuale (approvata dalla Commissione aeroportuale nel novembre 2010) decretato dal Tar di Brescia nel luglio 2013

«La sentenza ha confermato la legittimità di quella del Tar, secondo cui la zonizzazione acustica aeroportuale si sarebbe dovuta effettuare dopo l’attuazione di una Valutazione ambientale strategica. Desideriamo sottolineare che il pronunciamento del Consiglio di Stato è motivo di soddisfazione per la popolazione che ha sostenuto il peso di tale azione giudiziaria: sono stati i cittadini di Colognola (insieme ad un solo sottoscrittore che non risiede nel quartiere) a portare avanti la causa e ad assumerne tutti gli oneri, con il sostegno e l’impegno organizzativo dell’Associazione “Colognola per il suo futuro” e con il supporto legale di Codici».

«Va ricordato che solo il Comune di Azzano San Paolo ha affiancato la nostra azione, costituendosi in giudizio (in secondo grado) contro Enac. Il motivo che ha spinto i residenti di Colognola ad avviare l’azione giudiziaria non è solo di carattere formale, ma sostanziale: la zonizzazione acustica aeroportuale aveva infatti disconosciuto i diritti del nostro quartiere, penalizzandone pesantemente la vivibilità e concentrando su di esso tutto il traffico degli aerei in decollo».

«Ci aspettiamo ora che la nostra Amministrazione Comunale riveda le scelte precedenti (dettate solo da valutazioni politiche e non da motivi tecnici) e concretizzi il suo impegno, affinché anche i residenti di Colognola vengano tutelati. Desideriamo ribadire che noi non intendiamo assolutamente calpestare i diritti altrui; chiediamo però che anche i nostri siano riconosciuti: dal momento che l’aeroporto è una risorsa per tutti, i disagi devono essere ripartiti in modo equo. Non va dimenticato che un aeroporto come “Il Caravaggio”, innestato in un tessuto urbano fittamente antropizzato, non può non avere limiti al suo sviluppo, a meno che per “sviluppo” non si intenda l’ottimizzazione di performance economiche, a danno della popolazione, della sua salute e sicurezza».

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