Elisabetta, da casalinga a cuoca
«Ecco la mia seconda vita»

«Con i figli usciti di casa per studiare e lavorare, mio marito non ne poteva più: “Non posso essere il tuo tacchino all’ingrasso” mi ha detto , e così mi sono messa a cucinare per gli altri». Ironica e sofisticata, Elisabetta Vera Negrisoli.

«Con i figli usciti di casa per studiare e lavorare, mio marito non ne poteva più: “Non posso essere il tuo tacchino all’ingrasso” mi ha detto un giorno, e così mi sono infilata un grembiule e mi sono messa a cucinare per gli altri». Ironica e sofisticata Elisabetta Vera Negrisoli, una che ai fornelli non rinuncia al filo di perle, raffinata nello stile anche di posizionare gli ingredienti sul grande tavolo della sua cucina.

Bergamasca, conosciuta in città anche per il suo impegno solidale nell’associazione Amici della Pediatria, di cui è stata presidente sei anni, la cucina è sempre stata una sua passione: «Corsi ne ho fatti un’infinità, quelli che “La Cucina italiana” organizzava anni fa a Milano, e poi sono finita per girare l’Italia e pure il mondo a colpi di mestolo». Viaggiatrice appassionata, segue le lezioni di Luca Montersino su e giù per lo Stivale, ma è arrivata anche da Alain Ducasse a Parigi: «E poi a Londra, perfino in Cambogia, Giappone, Giordania e Marocco. Ovunque io vada, cerco un cuoco che mi racconti il suo paese attraverso sapori e profumi».

E se prima la sua cucina era un piacere per pochi intimi, l’insistenza delle amiche più care l’ha messa in azione: «Capitava che organizzassi un pomeriggio di “stage” per chi mi chiedeva consigli - racconta -. Poi mi sono detta: perchè non mettere in moto dei veri corsi?». Nasce così, circa 3 anni fa, «Chiacchere in cucina», «proprio senza la “i”: per un errore di chi ha registrato il sito web. Ora questo refuso è diventato il mio portafortuna» sorride Elisabetta mentre sminuzza verdure e accende il fuoco sotto l’acqua: «Perché in cucina bisogna anche chiacchierare, rilassarsi». E così, stagione dopo stagione, sul suo sito chiacchereincucina.it arrivano le prime richieste per i corsi che Elisabetta organizza nella sua grande cucina che ha attrezzato (info 335.6967051, [email protected]): lezioni tematiche che partono oggi, su carni, pesce, ma anche uova e patate. «Quattro ore di full immersion: un turno il pomeriggio e uno serale, e capita di organizzare corsi personalizzati, dalla sposina che vuole avviarsi ai fornelli alla coppia che vuole scoprire i segreti del cioccolato».

Ed Elisabetta ci ha preso gusto da tutto questo cucinare, tanto che è diventata membro dell’Associazione nazionale cuoche a domicilio: «Preparo dall’antipasto al dolce, ho organizzato un evento anche per 120 persone a Milano» racconta. Si è messa in gioco, con responsabilità non c’è che dire: «In cucina non ci si inventa: serve creatività, ma bisogna anche studiare». E bisogna avercela dentro questa passione: «In fondo è quello che ho sempre sognato, ed è un privilegio oggigiorno poter fare ciò che si ama: è come se da mamma e casalinga, vivessi una seconda vita, una seconda giovinezza». Ma un piatto preferito ce l’ha? «I dolci mi danno grande soddisfazione, faccio una mousse ai tre cioccolati...». E subito non si trattiene: fornisce ricetta, piccoli consigli su come abbinare il piatto, e ti passa quella voglia irresistibile di provarci, di mettersi ai fornelli per creare e poi assaggiare: «Ai miei corsi si viene solo con un grembiule e una penna, per prendere gli appunti sulle dispense che fornisco a fine lezione. E poi si torna a casa con una porzione di ciò che tutti, insieme, hanno cucinato. Con tanto di pausa sfiziosa durante il corso» spiega. Non resta allora che scoprire come cucinare le patate viola o imparare tutte le molteplici versioni dei bignè dolci e salati, senza dimenticarsi qualche risotto scenografico. «Anche l’occhio vuole la sua parte» sorride e riparte a cucinare.

L’acqua sul fuoco sta bollendo, è ora di mettersi al lavoro.

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